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CERVETERI – C’è un’immagine che ha fatto il giro dei social in queste ore ed è la strada completamente allagata a Campo di Mare con i residenti – come ha testimoniato Tiziana – che non sono riusciti ad uscire dalle loro abitazioni. Molte altre zone a dire il vero hanno avuto lo stesso problema (anche a Ladispoli, non solo quindi a Cerveteri) dopo l’acquazzone di domenica scorsa. Si sono inondati d’acqua anche alcuni androni delle palazzine e poi, un classico da queste parti, il nubifragio ha messo a nudo tutte le problematiche relative alla pavimentazione stradale. «Ormai è diventata la norma, dappertutto assistiamo alla mancanza di pulizia delle vie di fuga come tombini e canaline di scolo e così si allaga tutto appena fa più di due gocce. Ormai è una moda locale non spendere i fondi che prendono dalle varie tasse», si fa sentire Alessandro, cerveterano.
IL REBUS
C’è poi un altro tema che sta veramente a cuore agli abitanti di questa località balneare ed è il cantiere aperto e infinito di piazza Prima Rosa dove dovrebbe sorgere un parco marino, arredi urbani e nuovi parcheggi per gli automobilisti. Lavori che, appunto, procedono in clamoroso ritardo e chi vive qui, ma anche i turisti, non ne può più. «A questo punto non bastano più le segnalazioni – si sfoga Giovanni pubblicamente - chiediamo la sfiducia di tutta l’amministrazione comunale. È inaccettabile che da mesi la salute dei cittadini venga ignorata tra silenzi e scaricabarile. Campo di Mare è diventata una discarica a cielo aperto e nessuno se ne assume la responsabilità». Preoccupa quella montagna di macerie e detriti dopo l’abbattimento degli alberi. «I tronchi li hanno levati – segnala Alessia - i cumuli di macerie no. Ma questa classe politica perché non interviene immediatamente? Cosa aspetta?». Una critica tira l’altra anche perché i villeggianti, soprattutto romani, non pensavano di trovarsi in estate con tutti questi cantieri, anche quelli stradali avviati nella vicina Cerenova. Ed è uno slalom tra pozzanghere, ferraglie e rifiuti per via dei tanti incivili che continuano a deturpare il territorio.
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