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FIUMICINO - «La città continua ad allargarsi, ma gli strumenti per proteggerla no». Con questa constatazione Ezio Di Genesio Pagliuca, capogruppo del Partito Democratico, introduce i temi che considera prioritari per il futuro di Fiumicino: sicurezza, periferie, sanità e gestione amministrativa. L’analisi è diretta e insiste sulla necessità di tornare ai problemi concreti. Pagliuca individua nella sicurezza il primo fronte critico: «Siamo passati dagli incendi nelle campagne agli incendi nel cuore della città: parcheggi, depositi, attività commerciali. È cambiata la natura dei fenomeni». A suo giudizio, la situazione è aggravata dalla carenza di personale: «La Polizia Locale ha venti agenti in meno rispetto a due anni e mezzo fa. Senza presidio non c’è prevenzione». Da qui anche l’invito a costruire forme di cooperazione più solide con i comuni limitrofi: «Zone come Tragliatella o Palidoro sono più vicine ad altri comuni che al centro di Fiumicino. La cooperazione formale renderebbe più rapide le risposte». Il capogruppo richiama poi l’importanza delle periferie e delle associazioni locali. «Parliamo di volontariato vero, di associazioni che fanno da punto di ascolto e da legame sociale. Quest’estate avevamo proposto di coinvolgerle per fronteggiare le criticità, era stato detto di sì e poi è stato tutto disatteso». Per questo, chiede una diversa distribuzione dei fondi: «Bisogna investire nelle pro loco e nelle associazioni. Non è un tema politico: senza sostegno economico questi presidi si indeboliscono e i quartieri restano scoperti». La sanità è l’altro grande capitolo irrisolto. «Una città da quasi 90 mila abitanti, che in estate raddoppia, non può non avere un pronto soccorso. È la richiesta più urgente dei cittadini». Pagliuca punta il dito contro i ritardi regionali: «Dell’ospedale di prossimità non si sa più nulla. La Casa della Salute di Palidoro è rimasta vuota. L’hospice di Maccarese è scomparso dai radar». Secondo lui esistono comunque misure immediate a portata del Comune: «Si possono mettere a disposizione spazi per i medici di base, soprattutto nelle zone lontane. Non basta, ma è un primo passo». Pagliuca affronta poi il rapporto tra grandi opere e gestione quotidiana: «L’amministrazione annuncia opere importanti, spesso cambiando posizione da un giorno all’altro. Questo non avvicina i cittadini». Ma il punto centrale riguarda la macchina interna: «Fiumicino attrae fondi statali, ma senza un’amministrazione organizzata quei progetti non diventano realtà. Oggi si interviene per emergenze, non per programmazione». La mobilità è l’esempio più evidente: «Il collegamento tra Fiumicino e Isola Sacra è un incubo quotidiano, non più una difficoltà del weekend». L’aeroporto, infine, resta una risorsa ma anche un nodo irrisolto: «Crea disagi pesanti. Non può limitarsi a interventi marginali: deve contribuire alle soluzioni strutturali, soprattutto sulla viabilità». Pagliuca conclude delineando una direzione precisa: «Fiumicino merita una visione che tenga insieme crescita e qualità della vita. Senza una cura del quotidiano, le grandi opere restano solo annunci».



