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TARQUINIA - Si finge il nipote per estorcere il denaro ad un’anziana signora di Tarquinia. Minorenne finisce nei guai, sorpreso in flagranza di reato dagli agenti della Polizia di Tarquinia. Il fatto risale alla fine dello scorso mese di maggio, quando il personale della Polizia di Stato ha denunciato all’autorità giudiziaria in stato di libertà il giovane di origine campana, accusato di tentata truffa aggravata, in concorso con un altro soggetto allo stato ignoto. La vittima, ottantenne, ha ricevuto una telefonata sulla sua utenza telefonica domestica da una voce maschile che, fingendo di essere il nipote, le riferiva che la propria madre era incappata in gravi problemi legali per risolvere i quali avrebbe necessitato di alcune migliaia di euro. La donna prometteva di racimolare in casa tutto il contante di cui disponeva e, a fronte delle continue insistenze dell’interlocutore, assicurava che avrebbe messo a disposizione anche i suoi monili in oro. Assunte le informazioni del caso, gli agenti del Commissariato di pubblica sicurezza di Tarquinia hanno effettuato un mirato servizio di appostamento presso l’abitazione dell’anziana signora, all’esito del quale è stato fermato un giovane che si era presentato lì per prelevare il denaro e i preziosi, dopo essersi qualificato come un appartenente all’Arma dei Carabinieri. A seguito degli accertamenti espletati, essendo emersa la minore età del giovane, di concerto con la Procura della Repubblica per i Minorenni presso il Tribunale di Roma, la Polizia ha indagato il giovane in stato di libertà.
Per quanto risulta allo stato, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa di giudizio, giova ricordare che vige la presunzione di innocenza.
Presunzione di innocenza: Per indagato si intende una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che "nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna".
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