CERVETERI - Se da una parte c'è uno stadio in sicurezza, in regola, perfetto dal punto di vista dell’impiantistica, dall'altra la strada che lo costeggia, la Settevene Palo, è un circuito automobilistico. Eppure, dopo quel 7 ottobre del 2015, giorno fatale per Daniele Bruni, travolto mentre scendeva dall'auto, non si e mossa una paglia. Le famiglie, gli atleti e i tifosi, chiedono da anni la messa in sicurezza dell'arteria che è una strada troppo pericolosa. Ci vorrebbe poco, infatti. Un paio di dossi sarebbero perfetti per rallentarne la velocità delle vetture. La circolazione, non essendoci rilevatori, supera i limiti consentiti, tra il rammarico dei genitori che portano i loro figli per gli allenamenti. L'amministrazione cerite , pur non avendo la titolarità del tratto, in mano a Città Metropolitana, ha la responsabilità morale di chiamare in causa l'ente preposto. «Sono anni che attendiamo l'installazione di dossi - ricordano i genitori non possiamo attendere che si ripeta lo stesso fatto che ha visto vittima un ragazzo di 28 anni, non è possibile che all’uscita di un impianto sportivo, gremito di bambini, non ci siano delle protezioni. Le auto corrono, spesso siamo costretti a sostare sui cigli della strada per attendere i nostri figli che escono dal campo. Il Comune deve intervenire al più presto, la Settevene Palo ha bisogno di dossi rialzati, oppure di occhi elettronici che fermino l'alta velocità e individuino chi continua a non rispettare i limiti».

Il caso nel prossimo consiglio comunale sarà portato a conoscenza del sindaco Elena Gubetti dal consigliere di opposizione Gianluca Paolacci. «Bene i lavori eseguiti al Galli per la messa in sicurezza, grazie alla famiglia Lupi. - sostiene Paolacci - solo c il sindaco si è dimenticato che l'insicurezza è fuori da quell'impianto. La Settevene Palo è pericolosa, il prima possibile devono essere messi in opera dei deterrenti».

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