S. MARINELLA – Mugugni e malcontento sono il risultato dell’operazione di polizia che ha prodotto il sequestro del chiosco Playa Pura Vida. I gestori delle attività balneari puntano l’indice contro le norme farraginose e confuse, la scarsa collaborazione degli uffici, contro iniziative che vengono sempre prese nel mezzo della stagione. «Nessuna risposta ci è pervenuta dagli uffici urbanistici del Comune tirrenico - dicono - se non altro per capire qualcosa di più in merito al sequestro di giovedì ed agli effetti che una manovra generale di controllo, come sembra quella intrapresa dalle forze dell’ordine, possa avere su tutti gli esercenti del litorale». Un dato importante è che, se non fossero pesate le insistenze di uno dei sindacati che raggruppano i balneari, il chioso sequestrato nonsarebbe stato compreso nemmeno nell’ultimo progetto di Pua presentato alle associazioni imprenditoriali. Altra cosa bizzarra è che alcuni dei manufatti sequestrati, le pedane per la precisione, forse coincidono con i manufatti installati su iniziativa dell’amministrazione comunale proprio in questa spiaggia. «Su questi argomenti sarebbe stato utile un contributo dell’ufficio urbanistico che però non siamo stati in grado di ottenere», lamentano gli operatori. Un vicino di spiaggia, Danny Englaro, dirigente del Sib, sindacato balneari, mostra un cartello che ha costruito attaccando la copiosa documentazione che ha scambiato in questi mesi con gli uffici preposti. «Hanno sequestrato anche la mia recinzione – dice Danny – ma non ho ancora capito perché».
Sequestro Pura Vida, operatori in allarme
S. Marinella. Dopo l’intervento della polizia i gestori puntano il dito contro le norme Danny Englaro: «Hanno messo i sigilli anche alla mia recinzione ma non ho capito perché»
22 aprile, 2013 • 07:47


