CIVITAVECCHIA – Assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste. La Corte d’Appello di Roma ha completamente ribaltato la sentenza di primo grado nei confronti di Daniel Belling, il cittadino irlandese che era stato accusato di aver ucciso nel 2017, durante una crociera nel Mediterraneo, la moglie trentasettenne, Xiang Lei Li, e di aver gettato in mare il cadavere dopo averlo chiuso in un trolley. L’uomo, un ingegnere informatico di 45 anni cittadino tedesco ma residente a Dublino in Irlanda, venne arrestato dalla polizia all’aeroporto di Ciampino il 22 febbraio 2017, mentre ripartiva per l’Irlanda senza la moglie e solo con i figli. 

Ebbene oggi c’è stato un colpo di scena in Appello. La Corte, a marzo scorso, aveva infatti deciso di riaprire l’istruttoria, motivando la decisione con la necessità di ascoltare due nuovi testimoni ritenuti fondamentali: il responsabile della sicurezza a bordo della nave da crociera, che gestiva le telecamere a circuito chiuso e potrebbe fornire dettagli sugli spostamenti della coppia, e uno dei pubblici ministeri che ha condotto le indagini iniziali, portate avanti dalla Polizia di frontiera di Civitavecchia. Belling, che si era sempre dichiarato innocente sostenendo che la donna, il cui corpo non è mai stato ritrovato, si fosse allontanata volontariamente dalla crociera, è stato quindi assolto da ogni accusa, mentre la Procura generale aveva chiesto per lui la conferma della condanna. 

«Questo è un processo indiziario nel quale si decide quale sia l’unica ipotesi ricostruttiva possibile e dove i dettagli hanno un valore fondamentale - aveva detto il pg nel corso della requisitoria - questa donna aveva con sé i due figli piccoli e una famiglia di origine con cui continuamente dialogava: spiegatemi come una donna così improvvisamente abbia potuto decidersi di sparire per 3000 giorni». L’assoluzione era stata, invece, sollecitata dal difensore dell’imputato, l’avvocato Luigi Conti, sostenendo che si sia trattato di «un processo basato sulle sensazioni. Non c’è un elemento per sostenere la colpevolezza». Dopo la lettura del dispositivo il penalista, che assiste Belling insieme all’avvocato Laura Camomilla, ha espresso «piena soddisfazione: è stata riformata una sentenza – ha concluso- priva della benché minima motivazione logico-giuridica».