Annamaria Lupi

Grandi sfide in vista nel futuro prossimo per Viterbo. E non solo. Il capoluogo intende porsi come Comune catalizzatore per l’intero territorio di iniziative, idee e progetti finalizzati a promuovere e a far conoscere le bellezze e le peculiarità della Tuscia fuori dai confini provinciali e regionali. Le sfide più vicine, in termini temporali, su cui l’esecutivo Frontini punta sono il Giubileo 2025 e la candidatura a capitale europea della cultura 2033.

E nell’ottica di una programmazione, che necessita di essere messa in campo il prima possibile, rientra anche la ricerca di coinvolgere, cercandone il supporto, le massime istituzioni nazionali. Come testimonia l’evento su “Viterbo e la Tuscia destinazioni turistiche”, tenuto nella sala Regia, a cui ha partecipato il ministro al Turismo Daniela Santanchè. In quell’occasione la ministra proprio con riferimento al Giubileo dichiarò: «Sono previsti 30 milioni di turisti, già a partire da dicembre 2024, la sfida è intercettarli per farli venire nella città dei Papi».

Assicurando la vicinanza del governo «alla sindaca che è capace», la titolare del Turismo sottolineò però anche la necessità di «migliorare i servizi, servono standard qualitativi più alti». In particolare sottolineando la debolezza della catena ricettiva.

Ma qual è effettivamente la situazione a Viterbo e provincia? Abbiamo girato la domanda a Pier Luca Balletti, presidente Federalberghi. «Secondo me è un cane che si morde la coda. Perché effettivamente qualora ci fosse già lo studio del progetto, che potrebbe essere già di importante risonanza a livello turistico, e soprattutto la previsione o l’eventuale ottenimento del riconoscimento come capitale europea, sarebbe di sicuro stimolo per l'aumento delle strutture ricettive. Comunque anche nella situazione attuale le strutture ricettive ci sono anche se ce ne dovrebbero essere di più. Per farle crescere però c’è bisogno di appuntamenti importanti come quello del Giubileo e della candidatura a capitale europea della cultura. Ma secondo me - tiene a sottolineare - non ci si deve precludere tali opportunità in virtù di quella che è l'attuale offerta turistica. Bisogna puntare a una crescita del turismo e parallelamente dell'offerta ricettiva».

Quali sono i dati per quanto concerne le strutture ricettive, soprattutto alberghiere?

«Si tratta purtroppo di dati che risalgono al periodo pre-Covid. E tra le richieste che avanziamo come Federalberghi c'è proprio la necessità di un osservatorio turistico per lavorare con dati più attendibili. Comunque il numero di alberghi in tutta la provincia dovrebbe aggirarsi attorno ai 115, cifra in cui naturalmente sono comprese strutture di tutte le dimensioni. Sicuramente servirà aumentare il numero e anche le capacità e di andare di pari passo con l’aumento delle presenze. E siccome negli anni passati si è già registrato un incremento di presenze, e si prevede che tale trend ci sarà anche negli anni futuri, c’è l’aspettativa che possano crescere le strutture ricettive e il numero di posti letto offerti».

Per Federalberghi quali sono i presupposti per arrivare ad ampliare l'offerta ricettiva?

«C’è bisogno di luoghi accoglienti e che vengano, a partire dal capoluogo, veramente intesi come destinazioni turistiche. Quindi maggiore attenzione alla pulizia, alla manutenzione fisica delle strade e degli edifici all'interno del centro storico, che gradualmente si possa arrivare a una chiusura al traffico del centro storico. Ma serve anche una promozione attraverso un piano di marketing. Tra l’altro, quando recentemente si è parlato della destinazione dell'imposta di soggiorno, abbiamo fatto richieste specifiche al comune di Viterbo in particolare sulla questione della segnaletica e della promozione turistica attraverso i portali. Quello che c’è attualmente, oltre ad essere datato, riporta come offerta turistica addirittura i link di siti come Booking o Airbnb. Una cosa assurda. Noi cerchiamo di affrancarci da questi canali poi ci ritroviamo con un sito che, invece di indirizzare alle strutture locali, prevede che per prenotare un albergo si debba passare attraverso queste online traveller agency. Per cui c'è molto da fare. Chiediamo un'attenzione particolare affinché si possa raggiungere l'obiettivo di far veramente diventare Viterbo destinazione turistica. Ora poi si sta lavorando anche attraverso le Dmo (Destination management operation), associazioni finanziate dalla Regione che dovrebbero servire proprio, attraverso un destination manager, a far sì che un luogo e il territorio diventi destinazione turistica. Cosa a cui aspiriamo ma che adesso fatichiamo a definire tale».