La scomparsa di Totò Schillaci ha rattristato tutta Italia. A Viterbo le Notti magiche del 1990 sono ancora impresse nella mente di tante persone e, tra queste, c’è il professore e scrittore viterbese Giorgio Nisini, già finalista al Premio Strega che, solo alcuni mesi fa, ha organizzato un incontro tra il capocannoniere di Italia ’90 e Roger Milla, ex calciatore del Camerun e considerato uno dei migliori giocatori africani di tutti i tempi. «Nel marzo scorso sono stato invitato come ospite – dice Giorgio Nisini – al Salome del libro di Yaoundè, la capitale del Camerun. Durante questo mio soggiorno africano, siccome stavo organizzando l’Emporio letterario di Pienza, che faccio nella città toscana ormai da 12 anni, ci è venuto in mente, con gli altri collaboratori, di invitare a Pienza Roger Milla, che è stato il più grande calciatore nella storia del Camerun. Lo abbiamo contattato e lui ha accettato il nostro invito». Da qui ha preso piede anche l’incontro con Totò Schillaci, legato a Roger Milla dalle straordinarie performance di entrambi nel campionato mondiale di calcio italiano del 1990. «L’idea è stata quella di costruire un evento – continua Nisini – nel ricordo di Italia ’90 e di affiancare Milla con un altro protagonista di quel Mondiale e, ovviamente, Totò Schillaci era la persona più azzeccata essendone stato il protagonista assoluto. A fine maggio scorso, durante l’Emporio letterario, abbiamo organizzato un incontro tra Roger Milla e Totò Schillaci nella piazza Pio II di Pienza: un evento molto bello in cui entrambi hanno ricordato Italia ‘90». Le gesta del ragazzo siciliano che, improvvisamente, si ritrova a vivere il sogno della sua vita, il sogno che milioni di ragazzi come lui vorrebbero vivere, è riecheggiato in quell’incontro di Pienza. «Quel giorno Totò era contento – ricorda ancora Nisini – era sorridente, ha intrattenuto il pubblico raccontando tanti aneddoti della sua vita, sia da ragazzo, quando crebbe in un quartiere povero di Palermo, che il grande successo calcistico che l’ha portato a quel momento di gloria durante Italia ’90. In quell’occasione l’ho conosciuto, ho avuto modo di parlare con lui, di abbracciarlo e di ringraziarlo per quello che aveva regalato all’Italia in quell’estate. L’ho trovato una persona veramente alla mano, semplice, consapevole di quello che ha rappresentato ma senza alcuna superbia. Una persona in gamba». Tra i fatti che Totò Schillaci ha raccontato a Pienza a Nisini e al pubblico con più emozione «c’è stata la sconfitta ai rigori con l’Argentina in semifinale – ricorda il finalista del Premio Strega – che ha pesato molto a lui e agli altri compagni della Nazionale per molto tempo e, anche dopo tanti anni, Totò ancora ci pensava perché quel momento soffiò il Mondiale agli azzurri. L’Italia di allora era obiettivamente una delle squadre più forti e, quei maledetti rigori, ci portarono via un sogno». Il dolore per la scomparsa di Schillaci è di tutti e Giorgio Nisini, avendolo conosciuto più nel profondo, avendo parlato con lui della sua vita oltreché delle gesta calcistiche, è ancora più rammaricato. «Mi dispiace moltissimo per quello che è accaduto – conclude Nisini – perché quel giorno sembrava in ottima forma ma, purtroppo, la malattia che aveva è stata spietata».