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VITERBO – Privatizzazione Talete, l’iter sembra destinato a ripartire dalla casella del via.
Almeno stando alle conclusioni dello studio commissionato a un pool di esperti dall’amministrazione Frontini, secondo il quale sull’autorizzazione a procedere sul percorso che prevede la cessione del 40% delle quote della società idrica devono tornare a esprimersi i consigli di tutti i Comuni dell’Ato. Le risultanze dello studio sembrano porre quindi un’ulteriore ipoteca su una vicenda già fortemente contrastata.
La sindaca Chiara Frontini, appena insediatasi, aveva chiesto di ripetere la votazione con cui l’assemblea dei sindaci aveva approvato le modifiche che davano il via libera alla manifestazione d'interesse da parte di privati. Votazione avvenuta il 10 giugno scorso, due giorni prima delle elezioni per il rinnovo di diversi Comuni, tra cui quello di Viterbo che con oltre il 21% delle quote è il maggiore azionista della Spa. Avendo ricevuto un secco rifiuto la sindaca Frontini, insieme ad altre quattro amministrazioni, ha presentato ricorso al Tar ponendo di fatto una spada di Damocle sul percorso di privatizzazione.
Inoltre nello studio si sottolinea anche un’incongruenza in merito all’atto di indirizzo approvato nell’aprile 2022 da 26 sindaci senza il parere di tutti i consigli comunali che fanno parte dell’Ato.
In ballo anche la lettera inviata dal presidente Ato Romoli all’allora governatore del Lazio Zingaretti in cui si chiedeva di unificare l’Ato di Viterbo a quello di Roma.
Un’azione su cui sembra non esserci stato alcun confronto con altre istituzioni ma che sarebbe da far risalire a un’iniziativa personale di Romoli. Il possibile nuovo passaggio nei consigli di tutti i Comuni per trattare la vicenda della privatizzazione Talete, di cui si parla nello studio del pool di esperti, è accolto con soddisfazione dai comitati per l'acqua pubblica perché «giunge alle stesse conclusioni che il comitato Non ce la beviamo fin dall'inizio ha evidenziato con forza».
I comitati che sabato 25 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, scenderanno in piazza a Viterbo rimarcano che «di fronte alle sorprendenti scorciatoie procedurali con cui la presidenza dell'Ato 1 Lazio Nord ha cercato di gestire senza troppa pubblicità il tentativo di privatizzazione della società Talete, il comitato Non ce la beviamo non ha mai esitato a parlare di “furto di democrazia”».
Oltre a stigmatizzare «l’irrituale lettera, di rilevante portata strategica» inviata dal presidente Ato a Zingaretti, il comitato torna a ribadire il suo No alla tariffa unica regionale. Secondo l’ammonimento di Non ce la beviamo sarebbe «la riproposizione, per altra via, di un Ato unico regionale che di fatto andrebbe a consegnare la gestione del servizio idrico integrato della regione nelle mani del gestore più forte e più presente sul territorio, che è Acea, cioè nuovamente un socio privato per di più partecipato dalla multinazionale francese Suez».