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Si è svolta questa mattina l’udienza davanti al gip di Viterbo per la convalida dell’arresto di due donne, che erano state individuate e tradotte mercoledì nel carcere di Civitavecchia dopo aver tentato di introdurre sostanze stupefacenti nel carcere viterbese, durante i colloqui con i propri rispettivi familiari reclusi. Il gip ha ha disposto per entrambe la convalida dell’arresto e il divieto di dimora nel comune di Viterbo. Una delle arrestate ha chiesto il patteggiamento della pena per anni due, mesi 10 di reclusione e 12 mila euro di multa. Mentre l’altra ha chiesto il giudizio abbreviato.
Lo afferma Ciro Di Domenico, coordinatore regionale per la Fp Cgil Polizia Penitenziaria: «Il 7 febbraio il reparto di polizia penitenziaria della casa circondariale di Viterbo unitamente al Nucleo cinofilo di Roma, durante un servizio di contrasto all’introduzione di sostanze stupefacenti all’interno del carcere viterbese, ha arrestato due donne che si erano recate nell’istituto di pena della tuscia per sostenere il colloquio visivo con i propri familiari reclusi. Le donne, segnalate dal cane antidroga ‘Kenya’, sono state perquisite e trovate in possesso di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. La prima, moglie di un detenuto, aveva occultato nelle parti intime un involucro contenente 15 grammi di hashish, 15 grammi di cocaina e 15 grammi di sostanza da taglio. L’altra donna, madre di un altro detenuto, aveva occultato all’interno delle parti intime un involucro contenente 100 grammi di sostanza stupefacente di tipo hashish. Le due donne su disposizione del pm di turno della procura della repubblica di Viterbo, il sostituto procuratore Flavio Serracchiani, sono state immediatamente associate alla casa circondariale di Civitavecchia nel reparto femminile. Nei confronti di una delle due, i carabinieri competenti per territorio, avuta la notizia dell’arresto, hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione della signora e hanno rinvenuto circa 2 chili di hashish e 60 grammi circa di cocaina, bilancini di precisione, un libro mastro con la contabilità dello spaccio e 8 telefoni cellulari, ponendo tutto sotto sequestro e arrestando il genero della donna». Mirko Manna della Fp Cgil Nazionale spiega: «L’introduzione di sostanze stupefacenti è una grave minaccia per la sicurezza delle carceri e mina alle fondamenta i tentativi di recupero dei detenuti nella società. Dietro il traffico di stupefacenti e telefonini, ruotano giri di affari per milioni di euro con conseguente gestione di potere fondamentale per stabilire le gerarchie all’interno e al di fuori delle carceri. Abbiamo chiesto più volte il potenziamento delle unità cinofile del corpo di polizia penitenziaria che hanno sempre dato prova di efficienza ed efficacia. Si tratta di una specializzazione che andrebbe potenziata e resa più pervasiva su tutto il territorio nazionale e non solo in attività sporadiche per colpa delle poche unità in servizio». «La notizia del sequestro di droga e degli arresti nel carcere di Viterbo – conclude Manna – testimonia l’attenzione e la determinazione della polizia penitenziaria in ogni singolo aspetto nella gestione delle carceri a dispetto delle carenze d’organico e ai pochi mezzi a disposizione. A loro, va la conferma dei nostri quotidiani ringraziamenti per l’ottimo lavoro svolto».
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