«Solo mantenendo viva la memoria, possiamo sperare in un futuro migliore». La città etrusca celebra il Giorno della Memoria. Diversi gli appuntamenti in calendario. Alle 11 in sala Ruspoli, con un'iniziativa organizzata dai ragazzi dell'Istituto Enrico Mattei di Cerveteri. "Auschwitz e la metafora del naufragio", un momento fatto di brani musicali, letture e testimonianze. A seguire, alle 12, al giardino di ingresso di Parco Vannini seguirà la piantumazione di un Cedro del Libano, pianta che vuole simboleggiare e lanciare un forte messaggio di pace, unità e fratellanza, valori più che mai fondamentali nella società odierna, caratterizzata ancora da forti contrasti sociali a livello internazionale. In serata invece alle 21, nell’ambito del Cerveteri Film Festival, al Cinema Moderno di Cerveteri sarà proiettato il film di Claudio Bisio “L’ultima volta che siamo stati bambini”, la storia di quattro bambini che in piena dittatura fascista stringono una forte amicizia, un'amicizia che supera ogni differenza, ogni pregiudizio, che supera gli orrori della guerra e del regime. «Ricordare, non dimenticare mai, farsi portatori di ciò che è stato affinchè non accada mai più. Con questo spirito, anche quest’anno, ci avviciniamo al Giorno della Memoria, data in cui nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz – ha detto il sindaco Elena Gubetti – ancora oggi nel mondo soffiano venti di guerra, forme di intolleranza e odio razziale, discriminazioni ed è purtroppo ancora forte il vergognoso sentimento anti-semita che troppe volte leggiamo nelle cronache nazionali e internazionali. Così come c’è chi continua a sminuire, o addirittura a negare l’esistenza della Shoah». «Siamo felici - Gubetti - di poter organizzare questa giornata insieme all’Istituto Superiore Enrico Mattei di Cerveteri, con i quali il corpo docente sta portando avanti un lavoro davvero importante. Perché quando gli ultimi sopravvissuti della Shoah non ci saranno più, dovremo essere noi a parlarne e far sapere alle nuove generazioni ciò che è stato, ciò che non si può cancellare, ciò che non potrà e non dovrà mai più accadere».

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