MONTALTO - La struttura destinata a palestra per l’alberghiero, proprio non piace. A sottolinearlo è l’architetto di Montalto Enrico Lupidi e che ieri si è imabttutto nell’immobile. «Sono andato per caso dalle parti del Palazzetto dello sport - racconta Lupidi - e ho notato questa costruzione in fase di completamento, mi hanno detto che dovrebbe essere una palestra per la scuola alberghiera, quindi un’opera pubblica e mi sono venute in mente delle riflessioni: siamo discendenti degli Etruschi e dei Romani, che ci hanno lasciato opere che ancora oggi ci meravigliano; siamo un popolo che con il Rinascimento ha insegnato al mondo la bellezza, l’arte, l’architettura, l’urbanistica; ci siamo formati con gli studi sulle teorie e le opere di grandi maestri come Le Courbusier, Wright, Mendelsohn, Gropius, Aalto (solo i primi che mi vengono in mente); abbiamo visitato (almeno io)e scopiazzato le realizzazioni di Piacentini, Michelucci, Nervi, Purini, Scarpa, e non per ultimo Renzo Piano (l’elenco sarebbe lungo); mi chiedo come ci siamo imbarbariti così?»

«Quest’opera, essendo pubblica, meritava un po’ più di studio e di riflessione sulle scelte, visto che interagisce direttamente con un edificio esistente, e certamente più sensibilità di chi doveva approvare questo progetto. Secondo me un’opera architettonica non è solo un involucro funzionale, ma deve dare delle sensazioni dei piaceri a vederla, frequentarla e usarla. Il dogma “basta che si fa “ non l’ho mai condiviso, non mi ritengo un critico o un maestro, forse è vero che con l’età si diventa più sentimentali».

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