CIVITAVECCHIA - Hanno parlato solo in due nel corso degli interrogatori a cui sono stati sottoposte le persone raggiunte da custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione ‘‘Fenice’’.
A fornire la propria versione dei fatti sono stati Emidio Bartoloni e Massimiliano Medori. Il primo, assistito nell’interrogatorio dal suo legale di fiducia, l’avvocato Lorenzo Mereu, di fronte al giudice per le indagini preliminari, Chiara Gallo, la stessa che ha firmato l’ordinanza di arresto, ha praticamente spiegato quella che è la sua posizione in merito a tutta la vicenda. Naturalmente trapela poco o nulla da quanto Bartolini ha raccontato al giudice, anche se probabilmente avrà dovuto spiegare quelli che erano i suoi rapporti tra lui e Claudio Di Ludovico, il romano che secondo l’accusa era colui che forniva la droga. Rapporti che a quanto pare sarebbero nati da questioni legate al tipo di lavoro di Bartoloni, ovvero la vendita di auto, tanto che a quanto risulterebbe la vettura sequestrata e che sarebbe stata utilizzata per il trasporto della droga tra Roma e Civitavecchia, sarebbe proprio della concessionaria gestita da Bartoloni.
Oltre a Bartoloni, a rispondere alle domande del gip è stato Massimiliano Medori, anch’egli accompagnato dal suo avvocato di fiducia Giulio Piras. Questi avrebbe fornito la propria versione dei fatti sui due episodi di spaccio (rispetto agli oltre 30 contestati dalla magistratura inquirente) dove sarebbe coinvolto. Anche in questo caso, naturalmente, nulla trapela su cosa Medori abbia riferito al gip. Probabile che abbia tentato di ridimensionare i capi d’accusa nei suoi riguardi. Cosa che s’intuisce dal fatto che il legale, al termine dell’interrogatorio, ha chiesto la revoca della misura cautelare in carcere indicandone una meno rstrittiva come per esempio gli arresti domiciliari. Richiesta che ha avanzato anche l’avvocato Mereu, naturalmente. Il giudice si è però riservato la decisione, che scioglierà probabilmente all’inizio della prossima settimana, dopo aver sentito anche il parere del pubblico ministero, Alessandro Gentile, titolare dell’indagine.
Tutti gli altri finiti dietro le sbarre del carcere di Aurelia, invece, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Operazione Fenice, parlano solo in due
Di fronte al gip tutti gli altri si sono avvalsi della facolta di non rispondere. A fornire la propria versione sono stati Bartoloni e Massimiliano Medori
26 ottobre, 2013 • 13:49