TARQUINIA - Una macchia di sangue sotto il volante, sul lato destro; e un’altra, più piccola, sul bracciolo dello sportello del guidatore. Sono queste le prime risultanze dei rilievi effettuati dai Ris sulla macchina di Claudio Cesaris, l’ex tecnico di laboratorio dell’Università di Pavia reo confesso dell’omicidio di Dario Angeletti, il professore 53enne di Ecologia dell’Università della Tuscia, freddato da due colpi di pistola lo scorso 7 dicembre mentre si trovava nella sua auto, una Volvo V40, nel parcheggio delle Saline di Tarquinia. Resta ora da verificare se quel sangue appartiene alla vittima. Le indagini degli inquirenti vanno avanti. La preoccupazione maggiore resta quella di trovare la pistola, una calibro 6,35, della quale Cesaris ha riferito di essersi disfatto subito dopo il delitto, mentre si dirigeva verso casa a San Martino al Cimino. L’avrebbe lanciata in una località a circa 10 chilometri a sud di Tarquinia, verso Civitavecchia, nei pressi di San Giorgio. Il timore è che l’arma possa essere ritrovata da mani inesperte e scambiata magari per un giocattolo. Vane le ricerche effettuate prima di Natale anche in mare, con l’ausilio del Nucleo sommozzatori e si continua a cercare in tutta la zona. Si attendono ancora notizie circa gli esami sui dispositivi tecnologici, cellulari e pc, che possono certamente fornire utili informazioni sui rapporti tra Cesaris e la ricercatrice 39enne, ex compagna, della quale Cesaris è ancora innamorato e per la quale si è trasferito da Pavia a San Martino al Cimino dopo che la stessa, nel luglio 2020, aveva vinto il concorso all’Università della Tuscia. Nonostante il loro rapporto fosse finito da tempo, pare che il 68enne non si fosse rassegnato alla fine di quella relazione. L’esame di pc e cellulari potrebbe anche chiarire i rapporti di amicizia tra la donna e Angeletti e se il professore e Cesaris - che stando al pensionato non si conoscevano -, si fossero sentiti prima dell’omicidio. Le indagini proseguono nel più stretto riserbo da parte degli inquirenti che non avrebbero dubbi su quanto accaduto in quei pochi istanti. Secondo indiscrezioni, tuttavia, non è escluso che si possano presentare colpi di scena. Intanto il pensionato resta in carcere su analoga disposizione del gip del tribunale di Civitavecchia, in linea con quanto precedentemente disposto dalla collega di Viterbo, in attesa dell’inizio del processo.

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