LADISPOLI - «Non siamo briciole». Lo hanno detto forte e chiaro gli agricoltori da giorni ormai in presidio con i loro trattori a Torre in Pietra, al chilometro 29.7 della statale Aurelia. Lo hanno detto dal palco allestito a Roma, davanti alla Bocca della Verità. Con loro altri “colleghi” del comparto provenienti da altre zone d’Italia, oltre che dal territorio Laziale.
Una manifestazione, quella nel cuore della Capitale, voluta per vari motivi, uno in particolare: «Il comune di Roma è il più grande comune agricolo d’Europa. Non solo a livello turistico», hanno sottolineato. «Non siamo briciole. Siamo un territorio importante, rappresentativo per tutta la comunità europea».


Continua a restare, dunque, alta la guardia sulle politiche green volute dall’Unione Europea. E continua a restare alta la guardia sulle promesse e gli impegni presi dal Governo italiano per tutelare un settore che ormai da anni soffre economicamente a causa di costi di produzione sempre più elevati e guadagni che rasentano quasi lo zero.
«Si vocifera che a breve i vari presidi raggiungeranno un risultato e che verranno smantellati», hanno proseguito gli agricoltori. «Non è così. Anche se il ministero ha aperto dei tavoli noi continueremo a restare in contatto a monitorare il lavoro svolto. E anche se dovremo tornare a casa, al nostro lavoro, siamo pronti a tornare in piazza. Ci torneremo a gennaio, febbraio del prossimo anno. Rimarremo sempre “sintonizzati” su quello che accade e sulle novità che emergeranno».


Non intendono, dunque, arretrare, né tantomeno arrendersi o accontentarsi delle promesse. A rischio c’è infatti il loro lavoro, il sostentamento delle loro famiglie, ma soprattutto ci sono i prodotti alimentari italiani. "Difendiamo il nostro territorio" e ancora: "Salviamo il nostro futuro", "Proteggiamo i nostri figli". Soni infatti questi alcuni degli slogan che hanno accompagnato la manifestazione di ieri mattina nella Capitale.
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