MONTALTO DI CASTRO - I carabinieri della Compagnia di Tuscania, a conclusione di serrate indagini, nel giro di pochissime ore, hanno identificato e assicurato alla giustizia, traendoli in arresto, gli autori di un’aggressione avvenuta nel primo pomeriggio di ieri, giovedì, sul lungomare Harmine, nei pressi della pineta di Montalto di Castro.

Un ragazzo di 17 anni di nazionalità tunisina è stato soccorso e ricoverato presso l’ospedale di Tarquinia a causa delle lesioni riportate durante un’aggressione, subita da parte di due connazionali che, minacciandolo con un coltello, lo hanno rapinato del telefono cellulare e di un power bank, colpendolo alla testa con una bottiglia di vetro e procurandogli, prima di scappare, oltre alle ferite al capo, anche vari tagli sul corpo con il coltello.

Le ricerche subito attivate hanno consentito ad una pattuglia del Nucleo operativo di individuare e sottoporre a controllo un’autovettura sospetta, che girava per le vie della località balneare. Gli occupanti, 3 uomini di nazionalità tunisina ed una donna italiana, sono stati condotti in caserma per accertamenti, risultando infine coinvolti nell’evento criminoso.

In particolare due di loro, un 22enne e un 21enne sono stati individuati quali autori della rapina aggravata in concorso.

A bordo dell’autovettura è stato rinvenuto il coltello utilizzato ed un cacciavite, oltre al cellulare derubato alla vittima.

Il Tribunale di Civitavecchia ha disposto nei loro confronti gli arresti domiciliari.

I reati contestati sono rapina aggravata in concorso, lesioni e porto di oggetti atti ad offendere.

Restano da chiarire le cause all’origine dell’aggressione. Si ipotizza siano comunque legate allo spaccio di sostanze stupefacenti, reato per il quale gli arrestati hanno specifici precedenti di polizia.

PRESUNZIONE DI INNOCENZA

Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.

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