FIUMICINO - Si sono pestati l'un l'altro, una trentina di ragazzi e ragazze, davanti alle scale del Cinema di Parco Leonardo. Non è la prima volta: «Nelle ultime due settimane - scrivono i residenti sui social - è almeno la terza volta che succede». E ogni volta la rissa cresce di numero. Potrebbero essere baby gang che si affrontano casualmente, ma c'è anche chi ipotizza un incontro/scontro programmato, con tanto di minacce, sfide, provocazioni e appuntamenti via chat.

Molti erano visi conosciuti a Parco Leonardo e zone limitrofe come le Pleiadi, altri erano di Fiumicino città, altri ancora venivano da Ponte Galeria e Piana del Sole. I gruppi si riconoscono per lo più perché frequentanti le stesse scuole, e per essere fidanzati/fidanzatine.

Sembrerebbe che l'appuntamento iniziale sia stato tra due "contendenti", di Fiumicino città. Ma all'appuntamento uno dei due si sarebbe presentato spalleggiato da una quindicina di amici, e anche l'altro a quel punto ha chiesto rinforzi. Poi la rissa ha preso il sopravvento.

La domanda è: perché, invece di trascorrere una serena domenica pomeriggio, si arriva alla maxi-rissa? Domande che anche l'Amministrazione comunale deve porsi, non solo per questo episodio ma per la sicurezza dell'intero quartiere. Un problema che anche il Consorzio di gestione deve affrontare. La colluttazione si è sviluppata in due momenti; interrotta prima dall'arrivo di un dipendente di DottorD e poi, definitivamente, dall'arrivo di pattuglie dei carabinieri, dalle stazioni di Fregene e Ponte Galeria.

«Io ci abito di fronte e tutti i giorni è un grande rottura - è un altro post di Facebook che commenta l'episodio - tra urla bottiglie di birra che vengono rotte per le scale e danneggiamenti vari ad arredi e antincendio».

Una situazione che non si può più far finta di non vedere. E intanto si aspetta ancora il presidio di polizia urbana promesso dall'Amministrazione comunale ma mai attivato.

«Dovrebbe essere il prototipo di una città moderna - ha affermato Antonio Canto, presidente del Comitato di quartiere Parco Leonardo -, invece si sta trasformando nella peggiore delle periferie urbane. L'aggravante è la mancanza di risposte alle proposte che avanziamo da tempo». «Parco Leonardo - ha proseguito Canto - sta diventando terra di nessuno, un luogo dove regolare conti, una landa desolata dove vengono rimpallate le responsabilità. Telecamere, vigilanza privata, presidio di polizia locale, dove sono? Da anni si discute delle stesse questioni, più volte come Comitato di quartiere abbiamo dichiarato lo stato d'urgenza, ora è il momento di passare ad azioni concrete. Dopo l'episodio di domenica ho ricevuto la chiamata del Consigliere Stefano Calcaterra con il Presidente della Commissione Ambiente Massimiliano Chierchia, poi intervenuti sul posto, ed ho apprezzato l'interessamento repentino di chi opera da sempre su Parco Leonardo e nel contempo rappresenta le istituzioni. In questi momenti bisogna fare squadra, dai comitati locali, le associazioni, l'amministrazione comunale ed il consorzio privato, costruendo una visione d'insieme per risolvere il problema. Essere vicini alle comunità è il modo migliore per tutelarle. Stiamo operando su più fronti, dalla riqualificazione urbana, alla sostenibilità fino agli eventi culturali, ma continuo a ripetere da tempo che senza sicurezza la nostra comunità non può crescere. Per me è un tema prioritario, la sicurezza dei nostri figli e delle nostre famiglie deve essere in cima all'agenda delle istituzioni locali, sono le fondamenta della nostra civiltà e le dobbiamo proteggere. Sarà necessario un tavolo congiunto con le forze dell'ordine, obiettivo principale da cui partire. Coinvolgeremo anche il Consorzio, nessuno deve rimanere indifferente, nessuno può ancora ignorare il problema. I residenti devono essere tutelati. Dobbiamo per forza aspettare che accadano episodi gravi per poi ricevere la classica solidarietà di facciata? Il Comitato Parco Leonardo ha dimostrato volontà e disponibilità, preparando progetti concreti e dialogando su più fronti. Ora è tempo di avere risposte, i residenti sono disposti a scendere in piazza, nel segno del buonsenso, prima che qualcuno pensi di farsi giustizia da solo. Ho l'obbligo morale e l'impegno civile - ha concluso Antonio Canto - di arginare questo fenomeno e chiedo il supporto di tutta la comunità e delle istituzioni, subito, prima di correre ai ripari per qualche evento spiacevole. Non possiamo sempre dare la colpa a qualche gruppetto fuori controllo, dobbiamo essere in grado di imporre la sicurezza ed il senso civico con tutti i mezzi a disposizione».