ALLUMIERE - "Femminile, plurale lavora silenziosamente, con cura e attenzione, perché la cultura richiede pazienza, programmazione e riflessione: con grande emozione vi presentiamo il primo degli "Incontri Letterari Femminile, plurale Aps" in collaborazione con la biblioteca comunale di Allumiere. Ad esprimersi così i membri dell'associazione culturale di Allumiere, presieduta da Brunella Franceschini. "Femminile, plurale Aps" invita tutti, venerdì 19 aprile alle ore 17.30, presso l'Aula Nobile del Palazzo della Reverenda Camera Apostolica, all'incontro con la bravissima scrittrice Maria Grazia Calandrone, la quale sarà ospite con l’opera finalista al Premio Strega 2023: "Dove non mi hai portata". (Einaudi). Maria Grazia Calandrone (Milano 1964) è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, autrice e conduttrice Rai (ultimo ciclo: Poesia in technicolor), scrive per “Corriere della Sera” ed è regista per “Corriere TV” dei videoreportage sull’accoglienza ai migranti I volontari e Viaggio in una guerra non finita, su Sarajevo. Tiene laboratori di poesia in scuole pubbliche, carceri, DSM. Premi Montale, Pasolini, Trivio, Europa, Dessì e Napoli per la poesia. Ultimi libri Serie fossile (Crocetti, 2015 – rosa Viareggio), Gli Scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?” (pordenonelegge, 2016), Il bene morale (Crocetti, 2017), Per voce sola, raccolta di monologhi teatrali, disegni e fotografie, con cd di Sonia Bergamasco, Fossils (SurVision, Ireland 2018) e l’antologia araba La luce del giorno (al-Mutawassit, Damasco 2019).

È presente nell’antologia Nuovi poeti italiani 6, a cura di Giovanna Rosadini (Einaudi, 2012). Porta in scena i videoconcerti Senza bagaglio e Corpo reale. Sue sillogi compaiono in antologie e riviste di numerosi paesi. Con AnimaMundi ha pubblicato, con Alessandro Anil e Franca Mancinelli, Come tradurre la neve (2019) e nel 2017 è comparsa nel saggio Poeti e prosatori alla corte dell’Es curato da Giancarlo Stoccoro. Il suo bellissimo libro racconta l’indagine condotta dall'autrice alla ricerca dell’identità dei suoi genitori biologici e delle motivazioni che li hanno spinti ad abbandonare la loro unica figlia. Il libro è ambientato nell’Italia degli anni ‘60 e l'autrice guida il lettore in una inchiesta che scava nel profondo della storia individuale di Giuseppe e Lucia e di quanti si trovano a relazionarsi con loro. L'autrice inserisce le vicende private dei protagonisti all’interno di quelle dello Stato italiano che sta ricostruendo sé stesso dopo il disastro della Seconda guerra mondiale. Storia particolare e Storia generale si intrecciano grazie ad alcune finestre di approfondimento che non esibiscono erudizione, ma intendono storicizzare e giustificare l’operato dei protagonisti. Da parte dell’autrice non c’è mai una nota di biasimo verso i genitori che l’hanno abbandonata. Con questa storia la Calandrone difende il diritto di ognuno all’amore e alla felicità: non è forse questo che ogni essere umano desidera più di ogni cosa?

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