CIVITAVECCHIA - Il caso di lupara bianca portato alla luce dal camorrista Michele Auriemma, divenuto collaboratore di giustizia, un tempo esponente del clan Cutolo, è arrivato anche a Civitavecchia. All’alba, attorno alle 4, i carabinieri del nucleo operativo di Civitavecchia e quelli del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno eseguito un fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di Carmine Zuccariello. Il ragazzo, 28 anni di Ottaviano, incensurato, era in città soltanto da qualche giorno. Aveva preso in affitto una casa e in mano aveva un contratto di collaborazione per tre mesi al cantiere Enel di Tvn, presso una delle ditte che lavorano in subappalto. Insieme al 21enne Giovanni Moccia e al 39enne Giovanni Gattor, anche loro raggiunti da un provvedimento di fermo, uno a Napoli e l’altro ad Ottaviano, è ritenuto responsabile di omicidio ZUCCARIELLOpremeditato e soppressione di cadavere (per la morte del 26enne Nicola Smarrazzo sparito nel novembre 2007), porto e detenzione illegale di armi. Un episodio che focalizza ancora una volta l’attenzione e accende di nuovo i riflettori sulla presenza di una cellula operativa della camorra in città. Che sia una cellula operativa o che la città sia considerata come una sorta di base o di ‘‘rifiugio’’ poco importa. Il fatto è che, negli ultimi 12 mesi, sono state arrestate almeno 11 persone e Civitavecchia è inserita all’interno del maxi processo per droga e camorra che vede imputate 23 persone.