SANTA MARINELLA – “E’ il solito finto scoop, ma stavolta in coda alla vendetta per aver denunciato la corruzione”. Questo il commento a caldo del sindaco Pietro Tidei, che risponde irritato alle illazioni dei giornalisti riportate sulla trasmissione di Rai 3, dove si è parlato dei rapporti dei suoi figli con la famiglia Pulcini, proprietaria di diverse strutture a Santa Marinella. “Non è la prima volta che assisto all’uso strumentale e distorto di informazioni che riguardano le attività lavorative di due dei miei figli – continua il sindaco - ciclicamente chi le divulga sostiene apertamente che non c’è niente di illegale, che tutto è precisamente secondo quanto prevedono le norme vigenti, ma sa di sorprendere lo spettatore meno avvertito e di sollecitarne la fantasia adombrando galassie di interessi in cui è facile smarrirsi. Stavolta è stato il turno di una neo-nata trasmissione televisiva che si è a lungo intrattenuta su questi argomenti, ovviamente affrettandosi, anch’essa, a precisare più volte che non c’è niente di illegale, ma sollevando con enfasi il tema della trasparenza. Lo spettatore viene portato ad inciampare in una stridente contraddizione che è bene evidenziare, il presunto scoop in nome della trasparenza viene fatto sventolando documenti che sono già tutti pubblici. Si tratta di documenti che sono esattamente gli stessi, già divulgati nel 2013. Dunque, di che trasparenza stiamo parlando? Il giornalista di turno ci arriva con elementari visure camerali, nel frattempo aggiornate dalla Camera di Commercio, stando comodamente seduto a casa sua al pc come può fare chiunque abbia il tempo e la voglia di farlo senza bisogno di inseguire chissà quale nascosta trama. Ma la mente dello spettatore si alimenta delle immagini, delle riprese dal basso, di dialoghi al telefono e persino, a volte, di un commento musicale ansiogeno degno di un film di Hitchcock”. “Ed ecco servito il finto scoop – chiosa Tidei - per quanto mi riguarda ho assolto da tempo tutti gli obblighi di trasparenza previsti per un sindaco, pubblicando redditi ed elenco delle proprietà sul sito del mio Comune. Ai miei due figli chiamati in causa, lascio piena libertà sulla scelta della loro attività che rispetto, pur seguendone da lontano l’andamento, come credo possa e debba fare un buon padre di famiglia e ciò che viene loro attribuito come una “colpa” in realtà è il frutto di decenni di onesto e duro lavoro, come sa bene qualsiasi imprenditore”. “Non ci sono novità, è vero – conclude il sindaco - ma solo un’amara constatazione. Stavolta si tratta della coda di una campagna davvero diffamatoria scatenata da chi è finito sotto processo per corruzione su una denuncia fatta da me e che ha usato filmati ed intercettazioni di cui è illegittimamente venuto in possesso, violando la privacy di persone estranee a qualsiasi indagine. Per primo me”.