SANTA MARINELLA - «Le gravi parole che il definitivamente ex sindaco Pietro Tidei ha rivolto contro di me in televisione e in un post sul suo profilo Facebook mi costringono a alcune precisazioni. Fa tenerezza vedere un uomo che è stato sindaco per 7 anni e mezzo grazie a una “sfiducia dal notaio” del suo predecessore indignarsi per queste modalità di porre fine ad una amministrazione. Oggi Tidei fa la vittima, ma si è presentato due volte alle elezioni, accogliendo nelle liste della sua coalizione la sottoscritta, che era tra i firmatari della sfiducia del precedente sindaco. Se la considera non un atto politico legittimo, ma “un atto di vigliaccheria politica e personale”, come ha scritto su Facebook, perché non ha rinunciato ai miei voti? E soprattutto, perché dopo la mia uscita dalla maggioranza, dalla quale dice di avermi cacciata (non si capisce bene in base a quali poteri), mi ha corteggiata a lungo chiedendomi di rientrare?». Piccata replica di Patrizia Befani all’ex sindaco Pietro Tidei: «Il 7 novembre scorso Tidei mi ha scritto in un messaggio: “Quando torno dobbiamo parlare”. E sul mio telefono ci sono ancora le chiamate che mi ha fatto nei giorni successivi, l’ultima proprio la mattina della sfiducia. Nonostante le sue bugie, le sue accuse e le sue minacce, la verità è una sola: io e la mia ex collega Patrizia Ricci abbiamo lasciato la maggioranza perché Tidei, andando contro tutto e tutti, prefetto di Roma compreso, ha rifiutato di togliere all’architetto in quiescenza Ermanno Mencarelli il ruolo di responsabile dei lavori pubblici del Comune di Santa Marinella. Spaccando così la sua maggioranza. Il collega Iachini, che pure aveva condotto con noi la battaglia per il ripristino delle regole nella gestione dei lavori pubblici, aveva ritenuto liberamente di non essere pronto a passare all’opposizione. Ma il fatto stesso che anche lui avesse mosso critiche all’operato di Tidei dimostra che i suoi dubbi sull’esperienza politica appena conclusa erano noti a tutti, Tidei compreso. Che ovviamente si assumerà la responsabilità delle accuse infondate che sta muovendo a casaccio, dimenticandosi che le regole, comprese quelle del suo immaginario galateo politico sulle sfiducie, o valgono per tutti o non valgono per nessuno».

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