ALLUMIERE – Non una semplice degustazione, ma una serata che ha confermato ancora una volta l’eccellenza del ristorante Orsola e il talento di Paolo Cappelletti, chef e anima creativa del locale. L’appuntamento di venerdì, inserito nel progetto “Porta del Pellegrino” nell’ambito dell’iniziativa “Cibo come Cultura” promossa dalla Cna di Viterbo e Civitavecchia con il sostegno della Camera di Commercio di Roma, ha visto un’affluenza particolarmente numerosa: tanti i visitatori arrivati da Civitavecchia, Ladispoli e dai paesi vicini per assaporare la cucina autentica dei Monti della Tolfa. Da oltre quindici anni Paolo Cappelletti porta avanti con passione, competenza e una visione moderna la tradizione culinaria inaugurata dalla nonna Orsola, fondatrice dello storico ristorante che oggi rappresenta un punto di riferimento gastronomico nel cuore di Allumiere. È uno chef eclettico e poliedrico, capace di scegliere con estrema cura ogni prodotto, privilegiando materie prime locali, stagionali e di qualità superiore, perché per i suoi clienti desidera solo il meglio. Orsola è ormai sinonimo di ingredienti eccellenti, piatti prelibati e una cucina che fonde tradizione e innovazione con equilibrio e sensibilità. La degustazione proposta da Cappelletti si è articolata in quattro portate che hanno raccontato, con semplicità e raffinatezza, la storia culinaria del territorio. Ogni piatto è stato impreziosito da olio Evo Archibusacci di Canino e accompagnato dai vini della cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, creando un percorso di sapori armonico e coerente. A introdurre e spiegare le portate, come di consueto negli appuntamenti della rassegna, è intervenuto Alessandro Ansidoni della Condotta Slow Food Costa della Maremma Laziale, il quale ha sottolineato come la cucina italiana debba molto alle ricette delle case e delle famiglie, vero patrimonio culturale del Paese. Il viaggio culinario si è aperto con la mentucciata, una zuppa povera e genuina in cui il profumo della mentuccia spontanea incontra la sapidità dell’aringa affumicata. È seguito un piatto cardine della cucina rurale, fagioli e cicoria, proposto in una versione essenziale e gustosa. La portata principale è stata una guancia di maiale al sugo ispirata alla vaccinara, servita su un morbido strato di polenta e accompagnata dal celebre pane giallo di Allumiere. Il finale è stato affidato a un dolce profondamente identitario: la pizza brodosa con cannella e uvetta, che ha strappato applausi convinti ai commensali. Come sempre, la cucina di Cappelletti si distingue per autenticità, precisione e un tocco personale che rende ogni piatto unico. Innovazione e tradizione si intrecciano in un equilibrio che caratterizza l’identità del ristorante Orsola, una realtà accogliente e curata, situata in una posizione suggestiva nel cuore del paese. È proprio questa atmosfera, unita all’eccellenza delle preparazioni e alla selezione attenta dei prodotti, a rendere ogni visita un’esperienza da ricordare. Prima della cena, Benedetta Sereni della Cna Viterbo Civitavecchia ha illustrato gli obiettivi del progetto “Porta del Pellegrino”, pensato per valorizzare l’identità territoriale, sostenere le imprese locali e promuovere la cultura gastronomica come motore di sviluppo e attrattività turistica. Per raggiungere un pubblico più ampio sono state realizzate guide anche in inglese, disponibili sia in versione cartacea sia digitale. Quello di Allumiere è stato il penultimo appuntamento della rassegna, che si chiuderà con un incontro fuori programma il 10 dicembre al ristorante “La Piazzetta” di Santa Marinella. Un’ulteriore testimonianza del successo di un percorso che, tappa dopo tappa, sta mostrando come il cibo sia una chiave potente per raccontare territori, tradizioni e storie di eccellenza. E tra queste storie, quella dello chef Paolo Cappelletti e del ristorante Orsola occupa senza dubbio un posto di primo piano.

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