CERVETERI - Sono partiti alle 4 del mattino e hanno raggiunto con i loro trattori il presidio di Nomentana per unirsi alla protesta che da settimane sta imperversando in tutta Italia e in Europa. Colpa dell'obbligo di mettere il 4% dei terreni a riposo, del bonus "Benessere animali" e di quello sul gasolio in via di abolizione fino ad arrivare al green deal. Insomma, guadagni che vanno ad assottigliarsi sempre di più, se non addirittura a sparire.

«Con le spese, al limite, ci vai in parità», avevano spiegato gli agricoltori. «Una situazione drammatica», avevano proseguito. «È la stessa situazione del conferimento del latte, dove i costi per produrlo aumentano vertiginosamente. Nella distribuzione il prodotto è alto ma a noi lo pagano sempre meno. Vale per il latte, vale per i prodotti agricoli. Non c'è più convenienza».

DOPPIA PROTESTA IERI
Una manifestazione "divisa" in due quella andata in scena a Roma. Da un lato 170 trattori, tra cui anche una trentina provenientin dal presidio di Torre in Pietra, a Nomentana da dove sono poi partiti alla volta di Colleverde per poi tornare indietro. «Noi da qui non ce ne andiamo finché il governo non ci incontrerà», hanno detto, bloccando la Nomentana e paralizzando il traffico per qualche ora, prima di raggiungere una trattativa con le forze dell'ordine.


Dall'altra parte il corteo, a piedi, che ha raggiunto piazza della Repubblica a Roma. Anche in questo caso solo uno lo scopo: ottenere una convocazione dal ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida. Cerveteri non è da meno. «Il nostro orgoglio e la nostra dignità – afferma Riccardo Milozzi – raccolta nella piazza della Repubblica. Viva l’agricoltura».

©RIPRODUZIONE RISERVATA