TARQUINIA - E’ stato sospeso dal servizio, in via cautelare, il primario di Radiologia dell’ospedale di Tarquinia Paolo Cardello. Il dottore è indagato per corruzione, falso e truffa aggravata dal pubblico ministero della Procura di Civitavecchia, Roberto Savelli, a seguito dell’indagine condotta dalla Polizia di Tarquinia con la squadra di Pg che ha portato a galla un presunto sistema di mazzette e falsi referti finalizzati a recepire elevati rimborsi dalle assicurazioni per incidenti stradali veri o costruiti ad hoc.

Il provvedimento emesso dalla direzione generale della Asl di Viterbo, dopo la valutazione degli atti dell’inchiesta chiesti e ottenuti dalla Procura, risale al 6 maggio scorso (n474) con effetto immediato e prevede la sospensione del medico, in attesa di giudizio, con la decurtazione a carico del dottore del 50 per cento dello stipendio tabellare e la corresponsione della sola anzianità di servizio.

La disposizione, adottata in base all’art. 51 del Ccnl Area Sanità 2019/2021, prevede l’eventuale conguaglio con quanto dovuto al medico in caso fosse rimasto in servizio, compresi gli aumenti contrattuali nel frattempo intervenuti, se la sentenza penale (procedimento il n. 1970/2024 R.G.N.R. ) definitiva dovesse concludersi con una assoluzione, pronunciata con la formula del fatto “non sussiste” o “l’imputato non l’ha commesso” o “non costituisce illecito penale”, o con altra formulazione analoga.

Come si ricorderà, il dottor Cardello, medico molto stimato nel territorio, è indagato insieme a Pasqualino Catanea di Vetralla e nove pazienti. Catanea, secondo la ricostruzione degli inquirenti, che nelle indagini si sono avvalsi anche di intercettazioni telefoniche e ambientali, provvedeva a reclutare pazienti ai quali il medico poi stilava referti falsi, perlopiù relativi a ginocchia, caviglie e braccia, per 300 euro a paziente che godeva peraltro di una “corsia preferenziale” nell’ottenimento dell’esame radiologico di gran lunga eseguito a scapito di liste d’attesa lunghe mesi e mesi. I referti contestati, sottoposti a successiva perizia, si sarebbero poi rivelati assolutamente non corrispondenti al vero, in palese dissonanza cioè tra la diagnostica per immagini prodotta (tac, risonanza magnetica o lastra) e il referto scritto, permettendo così ai pazienti di ottenere risarcimenti molto elevati, con cifre anche di 20-25mila euro a sinistro.

Il dottor Cardello, rappresentato dagli avvocati Alessandro Diddi ed Elisabetta Centogambe, ha lavorato nella Asl di Viterbo dal 1999, ad inchiodarlo, tra le altre cose, ci sarebbero dei video dai quali si evincerebbe lo scambio, presunto passaggio di denaro, da Catanea a Cardello.

Presunzione di innocenza: Per indagato si intende una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che "nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna".

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