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CERVETERI – La pista ciclabile realizzata a Cerenova con fondi europei del Next Generation EU sta facendo discutere, e non poco. Doveva essere un intervento virtuoso, pensato per incentivare la mobilità sostenibile e migliorare la qualità della vita del quartiere, ma per molti residenti si è trasformata in un incubo quotidiano, un simbolo di cattiva pianificazione e di mancato ascolto delle esigenze del territorio. Le lamentele sono ormai all’ordine del giorno: auto lasciate ovunque, posti auto ridotti “al lumicino”, difficoltà di parcheggio per residenti e clienti dei negozi, problemi per i disabili. Il malcontento, inizialmente espresso in conversazioni tra vicini e sui social, si è ormai tradotto in proteste sempre più strutturate. «Abbiamo raccolto 300 firme in 10 minuti – racconta il referente del consiglio cittadino Alessio Catoni – e le abbiamo inviate al Comune insieme a una relazione dettagliata. Sapevamo che la pista, così come progettata, avrebbe tolto decine di parcheggi, e che il tracciato su strade principali avrebbe aggravato la viabilità. Invece di aprire un dialogo, il Comune ha tirato dritto, ignorando le osservazioni di chi qui ci vive tutto l’anno». La pista è a doppio senso e in alcuni tratti è separata dalla carreggiata da rialzi e dissuasori: soluzioni che, secondo i residenti, creano nuovi rischi per la sicurezza stradale. «Ci sono punti – spiegano – in cui due auto non riescono a passare contemporaneamente, e finiscono sopra la pista ciclabile, mettendo a rischio i pochi ciclisti che la utilizzano».
Il nodo centrale resta però la carenza di parcheggi. Cerenova, già cresciuta in popolazione dopo la pandemia e meta estiva molto frequentata, ora soffre ancora di più. «Si è costretti a parcheggiare a chilometri di distanza – raccontano alcuni abitanti – e ogni sera è un assalto ai pochi posti rimasti. Chi torna dal lavoro tardi trova solo divieti o auto accatastate».I commercianti, dal canto loro, parlano di un danno concreto e misurabile. «Se non si può parcheggiare vicino, la gente non si ferma – spiega il titolare di un negozio della frazione balneare – non trovando parcheggio rinunciano». Molti cittadini sostengono che la pista avrebbe potuto essere realizzata sfruttando vie secondarie o spazi esistenti, senza sacrificare i parcheggi. «In via Sergio Angelucci, ad esempio – spiegano – ci sono aiuole che si potevano utilizzare. Invece si è scelto diversamente in barba a noi residenti».La protesta non riguarda solo Cerenova. Anche a Campo di Mare il malumore è palpabile: l’anello viario del lungomare è ora occupato dalla pista ciclabile su entrambi i lati, rendendo il parcheggio.A un anno dalla sua inaugurazione, il bilancio dei cittadini è impietoso. «Non la usa nessuno – sostengono in molti – e se davvero si voleva scoraggiare l’uso dell’auto, la priorità sarebbe stata potenziare il trasporto pubblico. Qui i bus sono rari, spesso in ritardo, e collegano male le zone della frazione». Il dissenso trova ampio eco sui social e circolano foto notturne di largo Moresco con auto in doppia fila e testi durissimi contro l’amministrazione comunale.
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