TARQUINIA -   Anche il litorale viterbese afflitto dalle infiltrazioni mafiose. Lo rivela l’ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia relativo al semestre luglio-dicembre 2021 consegnato al Parlamento.

Gli investigatori, oltre a segnalare il singolare caso dello “sfarzoso spettacolo pirotecnico nella strada che costeggia il penitenziario di Viterbo (avvenuto il 18 novembre 2021), che sarebbe stato organizzato per festeggiare l’arrivo di 300 detenuti, la maggior parte di alta sicurezza, trasferiti dal carcere di Frosinone, sottolineano anche altri aspetti, riconducendo quell’episodio a gruppi criminali quali quelli dei Mollica, Trovato, Nucera, Giampà, Mammoliti, Libri, Zumbo-agugliotto, Piromalli e alle compagini autoctone dei Casamonica.

Proprio queste ultime sarebbero interessate principalmente all’area di Tarquinia e Montalto di Castro dove «significativi investimenti hanno portato all’acquisizione di numerose attività».

Dal rapporto si evince anche una presenza di appartenenti al mondo della camorra “allo stato attuale più contenuti rispetto a quelli di altre formazioni criminali anche se non mancherebbero proiezioni di sodalizi campani anche in queste zone come ad esempio in settori economici soggetti all’influenza da parte di elementi riconducibili al clan Sarno”.

“Da non sottovalutare una nutrita componente di criminalità albanese dedita non soltanto a furti e a reati di criminalità diffusa, ma anche a traffici di stupefacenti su larga scala” , si legge inoltre nel rapporto.

Le organizzazioni criminali “autoctone” dell’Alto Lazio, secondo il documento, sarebbero attive in particolare nel narcotraffico, nell’usura, nelle estorsioni e nella commissione di reati di tipo predatorio, con la “presenza di soggetti contigui alle tradizionali organizzazioni mafiose, ed in particolare alla ‘ndrangheta.