Il restauro del Duomo di San Lorenzo approda al Salone del Restauro di Ferrara. Un caso di studio che potrebbe fare scuola per l’approccio e la soluzione contenuta verrà descritto domani nella sala convegni della manifestazione. Il Duomo di San Lorenzo, a Viterbo. Diagnosi e consolidamento di un danneggiamento non convenzionale è il titolo, perché il danno individuato che presentava l’edificio era assolutamente atipico, non convenzionale, ed ha richiesto un approccio innovativo, come spiega l’ingegner Michele Candela.

Il documentario Il Restauro Strutturale del Duomo di Viterbo, ne mostrerà tutta l’eccezionalità.

Al termine, ci sarà la presentazione del volume dell’ingegner Candela: Temi di Restauro Strutturale, anni 2002-2022 (GB EditoriA).

L’evento, in presenza a ingresso libero (ma su prenotazione obbligatoria), sarà valido al fine del conseguimento dei crediti formativi per l’ordine degli ingegneri. Per la soprintendenza vi parteciperanno il soprintendente, architetto Margherita Eichberg, e l’arch. Federica Cerroni.

Siamo nel 2018-2019 quando la Soprintendenza rileva delle lesioni intorno alla chiave delle arcate che separavano la navata centrale da quelle laterali; soprattutto sul lato sinistro della navata centrale.

Un danneggiamento anomalo, in quanto asimmetrico e con direzione e orientamento verticali. Tali tipo di fessurazioni, di solito, rimandano a un possibile cedimento fondale di tipo orizzontale, ma tale ipotesi contrastava con le condizioni geologiche del sito. Le indagini chiarirono le cause delle lesioni alle variazioni climatiche cicliche annuali. É stato necessario, pertanto, un intervento di consolidamento e miglioramento sismico minimale, con la realizzazione di due coppie di tiranti, posti ortogonalmente alla facciata principale del Duomo, inseriti a scomparsa nelle murature.

I lavori, durati sette mesi e di costo contenuto, sono stati eseguiti dalla ditta Piacenti di Prato, che si è servita di tecnologia Bossong per gli incatenamenti, e dalla società Italiana Tagli per le perforazioni, in due casi lunghe addirittura 38 metri.

L’intervento era stato presentato già alla fine del 2021 a Palazzo Papale (piazza S. Lorenzo 6a) nella Sala delle Biblioteche del Ce.Di.Do. All’incontro, dal titolo: “Il consolidamento del Duomo di Viterbo: danneggiamenti e minimo intervento”, aveva partecipato lo stesso vescovo di Viterbo mons. Lino Fumagalli.

Il duomo di Viterbo, restaurato in forma medievale all’indomani del bombardamento dell’ultima guerra, reca visibili le tracce delle sue stratificazioni. “Simbolo e un vanto per la città e per l’intera Tuscia; un capolavoro di arte costruttiva lapidea”, per il soprintendente Eichberg; “uno dei massimi esempi di architettura ecclesiastica medioevale presenti nell’Italia centrale”, per l’ingegner Candela. Chiesa romanica (a tre navate con abside terminale) della fine del XII sec., il duomo di Viterbo è intitolato a San Lorenzo.

Ospita le spoglie di due pontefici: papa Alessandro VI; e papa Giovanni XXI, cui è dedicata una tomba onorifica conservata all’interno della cattedrale. A metà del ‘500 l’abside medievale fu distrutta per realizzare la cappella del coro, decorata in stile barocco con affreschi del Passeri raffiguranti S. Lorenzo e le personificazioni delle virtù. Il presbiterio fu ricostruito dopo i bombardamenti del ‘44, quando fu eliminata la volta danneggiata e ripristinato l’aspetto medievale rimettendo in luce il bel soffitto a capriate.

©RIPRODUZIONE RISERVA