MONICA DI LECCE

VITERBO - Santa Rosa ripete il “miracolo”. Il Trasporto della ripartenza, come è stato definito quello di ieri sera, è filato liscio fino alla Basilica. Ma non sono mancate le polemiche e la suspance. I facchini infatti non hanno gradito i “distanziamenti” imposti quest’anno per misure di sicurezza e, dopo la polemica lanciata dal palco del teatro Unione, ieri sera hanno ritardato la partenza della macchina di circa un’ora.

“In via della Sapienza dove dobbiamo fare una fermata non c’è una persona, è una cosa vergognosa” ha detto il capofacchino Sandro Rossi. E così i facchini, attesi a San Sisto, si sono fermati, chiedendo che fosse consentito alle persone di occupare gli spazi. Poi hanno raggiunto la macchina di Santa Rosa. A consegnarla loro la sindaca Frontini.

“Facchini di Santa Rosa, cittadini viterbesi quanto abbiamo aspettato questo momento? - ha chiesto la sindaca - questo è il 3 settembre della ripartenza, che segna un nuovo corso, una nuova era. E’ il 3 settembre dell’orgoglio e dell’identità di una città che ha voglia di rinascere. La Macchina è il simbolo di una citta intera. Ora riportiamo Rosa a casa. Abbiamo tutti una grande responsabilità: fare un grande Trasporto”.

Quindi c’è stata la tradizionale benedizione del vescovo Lino Fumagalli: “Santa Rosa - ha detto - ci assista nel Trasporto e sia compagna di viaggio ogni anno”. Prima del “Sollevate e fermi”, il capofacchino Sandro Rossi ha ricordato ai Facchini che “stiamo per compiere un’ impresa grossa. Dobbiamo soffrire e correre”.E alle 21,55 è arrivato il comando che ha dato il via al Trasporto. Prima tappa piazza Fontana Grande verso cui i facchini hanno marciato veloci.Rossi ha chiesto ai suoi di rallentare e tenere il passo. Dopo la ripartenza e il passaggio davanti a palazzo Gentili, Gloria è arrivata in piazza del Plebiscito dove quest’anno, però, non ha fatto la tradizionale girata per risparmiare le forze in vista del tratto aggiuntivo su via Marconi. Poi l’arrivo in piazza delle Erbe e la ripartenza verso il Suffragio.

“La via è piena”. Ha detto Sandro Rossi, ai suoi all’arrivo. Il percorso è proseguito verso piazza del teatro. Qui la prima girata. “Baffino e Massimo sono per voi”, ha detto Rossi.Poi arriva la “mossa” eccezionale: la Macchina si posiziona verso via Marconi: i settecento metri aggiuntivi e al ritorno un dislivello di 5 metri. In piazza dei caduti, davanti alla chiesa degli Almadiani, i facchini hanno girato la macchina per riposizionare la Santa via Marconi e tornare a piazza del Teatro. L’ultimo tratto di via Marconi, però, necessità di una sosta tecnica per attaccare le cordem per superare un dislivello.

.Tornati in piazza del Teatro la fermata più lunga per riprendere il fiato prima dell’ultima fatica: la volata di corsa verso la Basilica di Santa Rosa.

L’arrivo sul sagrato del santuario è stato un momento liberatorio.

Ancora in ricordo di chi non c’è più arriva, a sorpresa, il comando: “Sollevate e fermi!”. Un’ultima straordinaria emozione, per innalzare Gloria al cielo, verso Massimo e Baffino i due facchini, scomparsi di recente, nel nome dei quali è stato svolto tutto il Trasporto di ieri sera.

Il Trasporto è filato liscio e Santa Rosa è tornata a casa. I facchini hanno svolto il loro compito. Qui la fatica ha lasciato il posto alla gioia e loro si sono lasciano andare agli abbracci dei familiari che li attendevano da diverse ora sulle scale della Basilica.



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