CIVITAVECCHIA – La piaga del gioco d’azzardo patologico è sempre più diffusa a Civitavecchia. La conferma arriva da due degli attori maggiormente coinvolti nel contrasto, a vari livelli, a questa terribile dipendenza ovvero la Asl Roma 4 con il SerD e Il Ponte, operativo con uno sportello di informazione e ascolto sul fenomeno. Una realtà inquietante fatta di persone sommerse dai debiti, che spendono più di quanto possiedono e di famiglie in difficoltà, una realtà ancora - purtroppo - tutta da scoprire con un sommerso che stenta a rivelarsi.

LE FASCE DI ETÀ

Il gioco d’azzardo sembra essere diffuso in ogni fascia di età. Come spiega Giuseppe Barletta, direttore Uoc SerD Asl Roma 4, «L'osservatorio Nomisma sul gioco d'azzardo ci dice che gioca il 42% dei giovani compresi tra 14 e 19 anni, il 60% degli adulti e il 26% degli over 65. Ci dice anche che i giocatori più accaniti sono quelli della fascia d'età compresa tra 25 e 34 anni».

Il direttore della Uoc SerD della Asl Roma 4 Giuseppe Barletta
Il direttore della Uoc SerD della Asl Roma 4 Giuseppe Barletta

Il direttore della Uoc SerD della Asl Roma 4 Giuseppe Barletta

Dati che si rispecchiano anche sulla situazione di Civitavecchia come confermato dalle psicologhe de Il Ponte, impegnate nel contrasto al Gap, Gabriella Fiorucci e Ilaria Mancinelli. «Il rapporto Espad Italia - continua Barletta - ci dice che i giochi più diffusi tra gli studenti sono i Gratta&Vinci e le scommesse sportive. Ci dice anche che il 52.7% gioca da casa e il 7,4% nelle sale giochi. Ci dice inoltre che in linea di massima il gioco d'azzardo è un comportamento episodico e controllato, che però può diventare un problema, diventando una vera e propria dipendenza comportamentale. Infatti presso i nostri servizi il comportamento da gioco si associa spesso all'uso di sostanze, complicando ulteriormente il quadro clinico e il trattamento terapeutico».

LE STORIE

Anche le professioniste del Il Ponte hanno rilevato spesso una concomitanza di dipendenza da Alcol e tabacco. «Basta fare un giro della città - ha detto Fiorucci - per vedere quanti over 50 giocano a schedine e gratta e vinci nelle tabaccherie, c’è chi si gioca la pensione o chi spera di ripagarsi i debiti con una vincita e si ritrova con il debito raddoppiato. In 33 anni non ho mai visto altre dipendenze lasciare una devastazione economica simile a quella lasciata dal gioco d’azzardo patologico». Un fenomeno aumentato, soprattutto sul fronte online, durante la pandemia con genitori che giocavano insieme ai figli. Storie devastanti come quella di una donna della Roma “bene”, anzi benissimo. Con uno stipendio di 12mila euro pignorato quasi interamente e ridotto a 400 euro mensili. Anziani che si giocano la pensione o minorenni che accedono alle carte di famiglia e dilapidano cifre considerevoli, come un ragazzo di 15 anni che ha speso 5mila euro in giochi online. Persone in forte debolezza economica che rischiano di finire nelle mani di usurai o persone poco raccomandabili.

IL LAVORO SUL CAMPO

Per questo Il Ponte offre anche un servizio di consulenza legale ed economica.

Da sinistra le psicologhe Anna Rita Mattera del SerD e Ilaria Mancinelli e Gabriella Fiorucci de Il Ponte
Da sinistra le psicologhe Anna Rita Mattera del SerD e Ilaria Mancinelli e Gabriella Fiorucci de Il Ponte

Da sinistra le psicologhe Anna Rita Mattera del SerD e Ilaria Mancinelli e Gabriella Fiorucci de Il Ponte

«Il problema più grande - ha aggiunto Barletta - dal punto di vista della salute, oltre ovviamente alla prevenzione, è intercettare chi ha sviluppato un comportamento patologico, sia di grosso "abuso" che di vera dipendenza. Siamo assolutamente certi che esista un grande sommerso, una grande quota di persone che gioca con modalità che le pone ad un livello ben oltre il rischio, che non si rivolge ai servizi per una serie di motivi, primo tra tutti lo stigma e quindi la vergogna. Per questo motivo la Regione Lazio ha finanziato dei progetti che puntano alla territorialità con l'utilizzo di unità mobili e con un lavoro di grande sensibilizzazione nei Comuni della nostra Asl. Progetti che, tengo a precisare, sono realizzati, come dicevo all'inizio, in grande sinergia pubblico-privato». Proprio per questo Il Ponte - che dail 2013 ad oggi sul tema Gap ha assistito circa 100 persone sul territorio - sta portando avanti una serie di incontri nelle scuole per educare le giovani generazioni al gioco “sano”.

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