«Da un po’ di anni a questa parte si è delineata una situazione meteorologica con l’inverno mite e tutte le piante tendono ad anticipare lo sviluppo con l’alto rischio che, il ritorno del freddo sempre avvenuto, possa mettere a repentaglio il comparto ortofrutticolo, dei cereali, nocciolicoltura».

A parlare è Remo Parenti, presidente di Confagricoltura Viterbo/Rieti, che commenta come la situazione climatica di questo inverno condiziona l’andamento dei raccolti della Tuscia. «Le colture sono avanti in media di un mese rispetto al ciclo normale – continua Parenti – ma continuando così questo nuovo trend del clima diventerà quello normale per i prossimi anni». Il presidente di Confagricoltura Viterbo/Rieti Remo Parenti, quindi, è molto preoccupato per un ciclo climatico che sta diventando nuovo e condiziona il mondo agricolo direttamente che, negli ultimi anni, ha dovuto affrontare più situazioni di difficoltà tra aumento dei prezzi delle materie prime per la guerra in Ucraina ma anche concorrenza sfrenata della concorrenza straniera e, ora, il cibo sintetico entrato nel mercato europeo con tutte le manifestazioni in queste settimane in atto. «Attendiamo le prossime settimane per fare un bilancio definitivo per questo inverno 2023/2024 – conclude Parenti – ma è ovvio che la tendenza è negativa per questo sbilanciamento in avanti di un mese per i raccolti». Sulla stessa lunghezza d’onda Sergio Del Gelsomino, presidente di Cia Viterbo. «A volte sentiamo dire che stiamo passando delle belle giornate – dice Del Gelsomino - ma per noi agricoltori queste non sono belle giornate. Anzi, tutt’altro. Ci preoccupano soprattutto per le piante da frutto, gli ulivi, le viti, le nocciole. Alcune piante hanno già iniziato a fare sbocciare i primi fiori, in altre le gemme si sono già gonfiate. E questo, nel mese di febbraio, è molto pericoloso».

Del Gelsomino, come i suoi colleghi, è timoroso che questo anticipo di primavera, associato ad un ritorno improvviso dell’inverno, possa di nuovo pregiudicare i raccolti. «Come agricoltori non abbiamo dimenticato la gelata del 2019 - continua il presidente di Cia Viterbo - che causò un calo della produzione di circa il 70% su alcune colture e questo, considerando l’attuale andamento meteorologico, è un rischio che stiamo correndo anche per questa stagione. Un esempio su tutti è la mimosa che è già fiorita da 15 giorni ed alcune piante stanno addirittura sfiorendo. E’ un segnale di come la stagione sta anticipando i tempi». La speranza, quindi, è in ritorno della stagione ordinaria per limitare i danni in un periodo già travagliato per le basse rese agricole, i costi alti ed i guadagni al lumicino che hanno portato in piazza e nei presidi gli imprenditori del comparto primario. »Speriamo – conclude Del Gelsomino – che il freddo arrivi e le piante si fermino altrimenti, anche per questa annata, ci saranno grossi e seri problemi».