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CIVITAVECCHIA – Assunti da Poste Italiane, messi a lavorare come precari e poi scaricati nel limbo dell’incertezza.
Una realtà triste per decine di giovani civitavecchiesi, impiegati in varie realtà del Lazio con gli incarichi previsti dall’azienda, prevalentemente come portalettere e trattenuti al massimo per un anno. Un sogno che alla fine svanisce nel nulla: niente più divisa gialla, blu e grigia, niente più mezzi da guidare e niente più lettere da recapitare. Niente di niente, solo una lunga graduatoria in cui ogni operatore finisce in attesa di essere richiamato da Poste Italiane. La speranza in una telefonata: sogni, voglia di costruirsi un futuro, progetti di carriera affidati a un cellulare che tarda a squillare, sul quale il numero di Poste Italiane non vuole proprio comparire. Una telefonata che alla fine non arriverà mai.
Storia di precari invisibili, di giovani e meno giovani esausti, stanchi di promesse e incertezze, che alla fine hanno deciso di condividere le loro disavventure con quelle di tanti ex colleghi sparsi in tutta Italia. E grazie alle opportunità che offre il web, i precari di Poste Italiane hanno dato vita a un gruppo facebook: C’era una volta il postino. Un luogo virtuale per scambiarsi delle opinioni e condividere delle esperienze, dove “il postino non suona più due volte”, dove nel rivendicare dei diritti sacrosanti, i precari di Poste Italiane non risparmiano proprio nessuno, né l’azienda, né i sindacati. Sotto accusa i contratti, gli orari di lavoro, la distanza tra azienda e dipendenti sotto l’aspetto umano. Tra racconti di sfruttamenti sbandierati in rete e gaffe delle parti sociali, i precari di Poste Italiane sono stati ricevuti anche a Montecitorio il movimento “Lottiamo insieme” continua a raccogliere adesioni tra coloro che dopo aver dato tutto all’azienda, proprio non ci stanno a rimanere a casa senza un lavoro.
«Dopo mesi di lavoro precario - si legge nelle dichiarazioni postate sui social - chiediamo a Poste Italiane, una partecipata dello Stato, di essere stabilizzati. circa diecimila ex lavoratori sono stati parcheggiati in una lunga graduatoria». L’unione che fa la forza e che spinge anche il singolo a trovare il coraggio per raccontare le proprie esperienze. Saltano fuori allora “ex fattorini ai quali non sono stati pagati gli straordinari”, lavoratori “messi a rischio da un sovraccarico di pacchi sul mezzo di servizio” e “sanzioni disciplinari illegittime” portate all’attenzione del giudice del lavoro. Insomma, ce n’è abbastanza per accendere i riflettori su un problema che è destinato a far discutere per molto tempo.
Alla questione precari di Poste Italiane, da qualche tempo si stanno interessando anche gli organi di informazione e la faccenda, con tutte le sue sfaccettature è ancora da approfondire. Il movimento “Lottiamo insieme” non arretra di un millimetro: «Chiediamo al Governo e a Poste Italiane il blocco della graduatoria nazionale - fanno sapere i promotori dell’iniziativa di protesta - e la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari inseriti in graduatoria».