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TOLFA – La Compagnia Teatrale “Il Barsolo” celebra quest’anno 30 anni di teatro e di intensa attività di promozione del teatro in ogni sua forma. Per onorare nel migliore dei modi il trentannale anche quest’anno l’attivissima e poiliedrica regista, attrice e direttrice artistica insieme a tutto il suo eccezionale staff ha dato vita ad un’altra eccezionale edizione del “Festival degli Atti Unici. Premio Antonio Orchi”, un tributo alla memoria, alla creatività e alla comunità. Trent’anni di teatro, passione e impegno culturale. Trent’anni in cui il palcoscenico è stato specchio della vita e strumento di coesione per una comunità intera. Si è conclusa nei giorni scorsi a Tolfa l’edizione 2025 del “Festival degli Atti Unici”, promosso dalla compagnia teatrale Il Barsolo che quest’anno ha celebrato un traguardo storico: tre decenni di attività artistica al servizio del territorio.


La rassegna, come sempre, ha saputo offrire un mix ben calibrato di intrattenimento, riflessione e sperimentazione, confermandosi uno degli appuntamenti più attesi del calendario culturale locale.
La direzione artistica e organizzativa è stata curata con la consueta dedizione dalla compagnia tolfetana, affiancata da volontari e collaboratori, mentre la conduzione delle serate è stata affidata alla voce sensibile e garbata di Silvia Orchi, ormai volto familiare per il pubblico del festival. Tra i momenti più intensi di questa edizione, ha riscosso particolare consenso lo spettacolo Mitiche, un affresco teatrale che ha riportato in scena le figure femminili della mitologia, rilette con sguardo attuale e drammaturgia agile. Di grande impatto è stata l’interpretazione di Eleonora Ricci nel ruolo della dea Tacita Muta: un personaggio affascinante, portatrice di un silenzio simbolico e potente, che sul palco si è trasformato in uno spazio di resistenza, identità e consapevolezza. Ricci ha saputo restituire al personaggio sfumature emotive profonde, toccando corde intime dello spettatore. Ma il cuore pulsante del festival è stato, senza dubbio, la serata finale di domenica, pensata come un vero e proprio omaggio alla storia del Barsolo. In un’atmosfera densa di emozione, è stato proiettato un filmato celebrativo che ha ripercorso le tappe fondamentali della compagnia: dagli esordi coraggiosi degli anni ’90, ai successi delle tournée locali, fino ai laboratori nelle scuole e agli spettacoli partecipati della comunità. Fotografie d’epoca, brevi interviste, stralci di copioni e scene indimenticabili hanno composto un mosaico affettuoso e commovente, in cui molti spettatori si sono riconosciuti. durante la proiezione, il ricordo è andato anche a due figure cardine del Barsolo, Orlando Copponi e Giovanni Padroni, recentemente scomparsi. Entrambi hanno dato un contributo insostituibile alla crescita artistica e umana del gruppo: uno sul palcoscenico, con la forza interpretativa di chi sa ascoltare i personaggi oltre le parole; l’altro dietro le quinte, con dedizione silenziosa, senso pratico e visione. Il pubblico ha risposto con un lungo applauso carico di affetto e riconoscenza. A chiudere la serata, un momento istituzionale di grande significato: la sindaca Stefania Bentivoglio, visibilmente commossa, ha consegnato una targa a Simona De Paolis, fondatrice, regista e anima del Barsolo. Nella motivazione si è sottolineato il valore culturale e sociale del lavoro svolto in trent’anni, definendo la compagnia come una “voce viva della comunità tolfetana”, capace di unire generazioni diverse attraverso il linguaggio universale del teatro. «In un’epoca in cui l’arte sembra spesso marginale – ha dichiarato la sindaca – realtà come Il Barsolo ci ricordano quanto sia essenziale coltivare lo spirito critico, il senso di appartenenza e la bellezza della condivisione. Tolfa è orgogliosa di questo cammino e di ciò che il gruppo rappresenta per tutti noi».
Il Festival degli Atti Unici si è così concluso con l’abbraccio ideale di una cittadina intera a chi, per trent’anni, ha messo la propria creatività al servizio del bene comune. Il Barsolo non è soltanto una compagnia teatrale: è una fucina di storie, volti, emozioni e memoria collettiva. E come ogni grande teatro, sa rinnovarsi restando fedele alla sua identità. il sipario cala, ma solo per pochi istanti. Perché lo spettacolo, a Tolfa, continua da trent’anni. E continuerà ancora.
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