Edilizia, il presidente di Ance Viterbo Andrea Belli traccia le prospettive del 2024 alla luce dei fondi Pnrr. Complessivamente, nel Lazio, analizzando i dati forniti da Ance Viterbo, sono stati attribuiti 11,5 miliardi di euro di risorse Pnrr di cui 5,9 miliardi destinate alle opere pubbliche.

Alla provincia di Viterbo sono andati 305 milioni di euro per 607 progetti, risultando la quarta regionale per fondi e la terza per numero di progetti.

La misura più finanziata per la Tuscia è la “M4” inerente “Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia”, “Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica”, “Secondo piano province- manutenzione ed efficientamento edifici scolastici” par oltre 140 milioni di euro; quindi la misura “M2” per “Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni”, “Edilizia giudiziaria” per oltre 106 milioni di euro; seguono le misure “M5” inerenti “Programma innovativo della qualità dell’abitare”, “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emerginazione e degrado sociale”, “Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione”.

Quindi le misure “M1” su Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici”, “Caput Mundi, Next Generation EU per grandi eventi turistici”, “Servizi digitali e esperienza dei cittadini” per un totale di quasi 59 milioni di euro. Infine misura “M6” per “Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero”, “Case della Comunità e presa in carico della persona”, “Casa come primo luogo di cura e telemedicina-implementazione Centrale Operative Territoriali” per quasi 40 milioni di euro. Per quanto riguarda il quadro delle opere Pnrr avviate fino ad oggi, risulta che nella Tuscia sono state date 783 procedure di affidamento (Cig) per un importo pari a 141.232.993 euro pari al 45% del totale.

Nel Lazio le opere avviate sono in tutto 4.150 per oltre 1 miliardo e 800 milioni di euro.

I dati forniti da Ance Viterbo sono di Italia Domani ed Anac conb elaborazione di OReP. Il 54% dei lavori sono in fase di affidsamento; il 22% la progettazione in fase di affidamento o avviata; il 12% dei lavori sono stati aggiudicati e sempre il 12% dei lavori sono in esecuzione. La Missione 2 è quella in cui si registrano più cantieri, la 1 e la 6 quella in cui prevalgono le progettazioni.

L’opera principale, che ora è in fase di aggiudicazione per un importo di 14 milioni e 789 mila euro è la realizzazione del Padiglione detentivo di Viterbo; quindi i lavori per il Polo per l’infanzia a Vitorchiano (quasi 4 milioni); i lavori di messa in sicurezza adeguamento statico del liceo ginnasio Buratti di Viterbo per 3 milioni e 690 mila euro; la ristrutturazione della sede del Tribunale di Viterbo in piazza Fontana Grande (3 milioni e 385 mila euro) e la scuola materna a Santa Barbara (3 milioni e 207 mila euro).

«Luci ed ombre per il 2024 – dice Andrea Belli, presidente Ance Viterbo – perché la fine del bonus 110 dovrà essere assorbita dal mondo dell’edilizia. Finisce un’epoca che ha fatto crescere molto la nostra provincia passando da 2 mila addetti a quasi 4 mila iscritti alla cassa edile. Siamo fiduciosi perché una parte di questi lavori, in gran parte, saranno sostituiti dai cantieri Pnrr che stentano un po’ a partire per problemi burocratici delle amministrazioni comunali ma che dovranno partire ed essere completati entro il 31 dicembre 2025».

Quindi la situazione nella Tuscia.

«Ci sono quasi 160 milioni di euro di opere da compiere – continua Belli – soprattutto per l’edilizia. Non tutte le imprese sono attrezzate per i lavori da fare ma la maggior parte sì e rimaniamo ottimisti. L’edilizia privata, invece, risente dell’aumento dei costi di costruzione e, quindi, dal conseguente aumento dei prezzi di vendita che, insieme all’aumento dei tassi d’interesse, sicuramente non facilitano questo tipo di mercato».

Il Pnrr, quindi, sostituirà il bonus 110 e si attende qualche segnale per il calo dei costi della materie prime.

«Nel futuro, comunque – conclude Belli – l’edilizia sarà centrale perché la transizione energetica deve continuare e ci aspettiamo incentivi per rinnovare i nostri macchinari vecchi ed altamente energivori. L’edilizia avrà molto lavoro e le imprese si stanno organizzando. Ciò , però, si scontra con le difficoltà legislative come quella sulla Rigenerazione urbana di cui tanto parlano ma che è quasi impossibile attuare».