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MONTALTO DI CASTRO – «Riccardo era un ragazzo alto circa 1,75, fisico atletico, appassionato di biciletta e arti marziali. La buca che ha scavato era circa un metro e mezzo e con la testa veniva fuori. Lo vedevo. Ad un certo punto deve essersi accasciato, forse colto da un malore, e non ha avuto il tempo di gridare. Perché non ha gridato?».


Lo ha raccontato il papà di Riccardo Boni agli inquirenti che stanno cercando di fare chiarezza sulla tragica morte del 17enne rimasto sepolto sotto la sabbia mentre stava facendo una buca, giovedì 10 luglio 2025. Il papà disperato ha assicurato di aver tenuto sotto controllo il ragazzo che stava facendo la buca con i suoi fratellini a circa tre metri di distanza dal lui.
«Io li tenevo a portata di vista», avrebbe raccontato il papà che non si spiega la tragedia che si è consumata sull’arenile della spiaggia di Montalto di Castro, in un tratto di spiaggia libera situata a ridosso del camping Villaggio California, dove Riccardo alloggiava con il papà, la mamma e i tre fratelli, due maschietti di 5 e 8 anni, e la sorellina di 14 anni.
A dare una spiegazione a tutti ci hanno provato i carabinieri e gli agenti della Polizia locale di Montalto: «Si è tratto di quella che da queste parti si chiama “la morte del tombarolo”, un evento infausto che si verifica quando crollano all’improvviso le pareti delle buche scavate dai ladri a caccia di oggetti etruschi. Muoiono sepolti inghiottiti dalla terra. Per questo Riccardo non sarebbe riuscito a gridare e a chiedere aiuto».
Dopo aver fatto la buca profonda, Riccardo aveva iniziato a scavare un tunnel, con l’intento probabile di uscire poi dalla parte opposta, ma la sabbia gli è franata addosso, pesantissima e lo ha soffocato. Sarebbe stato un attimo. Un tragico attimo sfuggito allo sguardo di tutti; pochissimi in verità a quell’ora in quanto la gran parte ancora attorno alle tavole a mangiare.
Poi le chiamate del papà, “Riccardo, Riccardo”, ma lui non rispondeva. La mamma ha percorso i vialetti che dal campeggio conducono alla spiaggia libera, ma di Riccardo non c’era più nessuna traccia. Il papà ha iniziato a cercare lungo il litorale, in mare.
Poi il fratellino di 5 anni va dalla mamma e le dice che Riccardo «è sotto la sabbia». Sono già passati quaranta minuti. Nessuno lo crede possibile.


Alla fine tutti iniziano a scavare in maniera forsennata con le mani, le palette. Mamma, papà, i due bagnini del camping, altri bagnati arrivati di corsa, tutti a scavare. «Sarà stata tirata via più di un quintale di sabbia», racconta qualcuno. Alla fine il tragico ritrovamento.
Sarà ora l’autopsia a fare chiarezza sulle cause esatte della morte di Riccardo. Il suo corpo è stato traslato presso l’istituto di medicina legale del Verano di Roma, dove verrà eseguito l’esame autoptico disposto dalla Procura di Civitavecchia che vuole fare chiarezza sulla tragedia che segna profondamente la comunità di Montalto di Castro afflitta dal dolore.
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