CIVITAVECCHIA – Un uomo che cade in mare dopo una serata trascorsa con amici a bordo di una barca ormeggiata davanti al rinomato Marina Yachting, il corpo che riaffiora solo la mattina dopo accanto alla banchina 10. E un fiume di interrogativi che accompagna la morte del 51enne Diego Putzu, originario di Calasetta, cuoco di un’imbarcazione situata nei pressi del Forte Michelangelo.

Le telecamere di videosorveglianza del porto hanno fornito un contributo decisivo alla Polizia di frontiera che indaga sul caso: dalle immagini si distinguerebbe con chiarezza l’istante in cui l’uomo precipita in mare, descritto da chi lo conosceva come una persona solare e affabile. Non è certo se si fosse allontanato per cercare del cibo, quel che appare evidente è che avrebbe perso l’equilibrio tentando di risalire a bordo, colpendo forse la testa prima di finire in acqua. Sarà comunque l’autopsia a chiarire eventuali anomalie sulle cause del decesso. C’è tuttavia un indagato: sarebbe il comandante dell’imbarcazione, passata al setaccio dagli inquirenti, che avrebbero riscontrato una grave irregolarità legata all’attracco al molo. La passerella risultava infatti distante circa un metro e mezzo dalla banchina, rinforzata con elementi improvvisati, in modo non conforme. Occorrerà stabilire se proprio questa circostanza possa aver determinato la caduta in mare del cuoco.

Resta da affrontare, inoltre, il tema sicurezza all’interno dello scalo, poiché alcune aree sembrano costantemente “fuori controllo”. In particolare quelle oggetto di una propaganda di rilancio che non sempre corrisponde alla realtà. Possibile che nessuno abbia rilevato la posizione anomala della passerella? Eppure l’imbarcazione non era ormeggiata da poche ore e le telecamere potrebbero confermare la circostanza e attestare se ci siano stati o meno dei controlli.

Abiti spesso stesi sui fianchi delle barche del Marina Yachting, “ospiti” arrampicati in zone pericolose delle imbarcazioni, con buona pace della Guardia costiera che pure ha sede a due passi. Eppure servirebbe poco per rimettere ordine, magari una frazione dell’impegno speso ogni giorno quando si tratta di sanzionare i pescatori amatoriali armati di una semplice canna. Ma quella è un’altra questione.

Per ora c’è un morto e una famiglia che pretende chiarezza. La Procura della Repubblica dispone degli strumenti per muoversi nella direzione corretta. E di sicuro non mancano i mezzi per arrivare fino in fondo a questa triste storia.