Non ha avuto neanche il tempo di difendersi. Renzo Cristofori non ha reagito a Ian Patrick Sardo, il 32enne che la sera del 27 novembre dell'anno scorso lo ha ferito a morte sotto casa, colpito a tradimento da un giovane che conosceva bene. Un colpo sferrato al torace con un coltello da bistecca. L'arma è stata ritrovata dopo tre giorni in un canale di scarico.

Emergono nuovi particolari sull'omicidio del 68enne avvenuto a Caprarola. Dettagli che sono emersi ieri nel corso dell'udienza del processo a carico del giovane.

A parlare ieri in aula sono stati i carabinieri intervenuti sulla scena del delitto, il medico legale, l'anatomopatologa Martina Padovano e l'amico di Cristofori presente al momento del fatto.

Il colpo al torace, quello mortale, non è stato il solo infermo all'uomo.

Il medico legale ha parlato di tre ferite da taglio: dovute sulla coscia sinistra e una al centro del petto che ha lo trapassato e ha provocato un'emorragia interna che nel giro di pochi minuti ha determinato la morte dell'uomo. Le indagini si sono subito concentrate su Sardo, rintracciato nella sua abitazione. Dichiarato seminfermo di mente e socialmente pericoloso e con precedenti alle spalle, all'epoca era in libertà vigilata con restrizioni, in attesa del ricovero in una Rems.

L'arma del delitto, come detto un coltello da bistecca, è stata ritrovata tre giorni dopo a pochi metri di distanza dalla casa della vittima. Sulla lama era presente il dna di Cristofori, come hanno accertato le analisi dei Ris.

Rispetto all'accaduto, l'amico 73enne di Cristofori ha ricordato che loro due si vedevano spesso dopo cena. Quella sera Sardo era andata a chiedere loro una sigaretta e Renzo Cristofori lo stava andando ad accenderla perché c'era vento, quando improvvisamente è stato colpito. A detto di non aver visto l'arma ma solo la botta al petto e il sangue. Mentre Sardo si allontanava, Cristofori è riuscito a dire soltanto: «Mi ha colpito» poi è caduto a terra ed è morto.