SANTA MARINELLA – Torna alla ribalta, tramite una "velina" con i file originali della Guardia di Finanza (non semplici scansioni pdf), l'indagine Coop & Appalti, ossia un vero e proprio filone locale e parallelo a Mafia Capitale, con coop della galassia della 29 Giugno con nomi ricorrenti, sebbene non in qualità di indagati, anche nell'inchiesta romana.



L'informativa della Guardia di Finanza, con le intercettazioni telefoniche, conferma (al di là di quelle che saranno le valutazioni della magistratura nel merito dei singoli affidamenti, con l'indagine che non è ancora chiusa) quello che già era emerso fin da quando si seppe dell'inchiesta, con le perquisizioni a Tolfa: ossia quanto fossero radicati - non solo a livello politico, ma anche negli uffici con dirigenti e funzionari comunali - i rapporti tra la Casa Comune 2000 di Ladispoli  e gli enti locali del territorio: Ladispoli e Tolfa, ma anche Santa Marinella, Cerveteri e Civitavecchia, dove - come scritto da La Provincia e Civonline già alla fine dello scorso anno - c'era sul tappeto soprattutto la gestione di Villa Santina.



Santa Marinella. L’informativa del 10 giugno scorso della Guardia di Finanza, a firma del maggiore Antonio Nusca, elenca una serie di  persone e di fatti che tirano in ballo la Perla del Tirreno. Secondo quanto emerso, il presidente della cooperativa Casa Comune 2000 Luigi Valà avrebbe stretto rapporti con l’assessore ai Servizi sociali di Santa Marinella, Rosanna Cucciniello, e alcuni dirigenti degli uffici comunali. 

Qui, secondo la Guardia di Finanza, Valà si sarebbe avvalso principalmente del lavoro di Alfonso Di Giuseppe il quale gestisce anche un ufficio appositamente attivo per le sue cooperative, situato nelle immediate adiacenze dello stesso palazzetto comunale. 

Si parla di relazioni tra Valà e l’assessore ai Servizi Sociali Rosanna Cucciniello, con la quale avrebbe un legame consolidato nel tempo. 

Tirato in ballo è anche il progetto delle spiagge e  dei giardini. 

La stessa donna sarebbe inserita anche in un presunto affare che - come riportano le fiamme gialle - Valà e l’amministratore di Tolfa Paolo Aloisi starebbero tentando di realizzare attraverso la locazione dei locali delle suore di Santa Marinella. 

Nel faldone della Finanza anche il nome del fratello del sindaco Roberto Bacheca che avrebbe lavorato alle dipendenze di Valà. 

Ma dall’amministrazione comunale di Santa Marinella arriva pronta la risposta di assoluta estraneità ai fatti. 

«Il sindaco Roberto Bacheca e l’assessore ai Servizi sociali Rosanna Cucciniello – si legge in una nota stampa del sindaco - dopo aver letto attentamente quanto apparso sugli organi di stampa rilevano l’insussistenza di ogni addebito che li riguarda e l’assoluta inesistenza di ogni procedimento penale a loro carico». 

«Dichiarano altresì - conclude la nota dell’amministrazione comunale - di aver dato incarico ad uno studio legale di predisporre una querela per diffamazione a mezzo stampa e di eventuali altri reati, in danno all’autore dell’articolo e all’editore del quotidiano online».



Ladispoli. Dopo gli avvisi di garanzia di qualche settimana fa per presunto falso ideologico, ora sarebbe una relazione della Guardia di Finanza di Civitavecchia a chiamare in causa gran parte della classe politica ladispolana.

Nel documento, reso noto, sono riportati fatti importanti che mostrerebbero come la politica di Ladispoli avesse rapporti strettissimi con Luigi Valà. Segnalazioni per assunzioni, proroghe di appalti, invio di lavoratori per svolgere ‘‘lavoretti’’ privati.

Dalle varie intercettazioni emerge la disinvoltura con la quale Luigi Valà riusciva a muoversi contattando uffici comunali, lo staff del sindaco ed amministratori. 

Tirati in ballo nelle intercettazioni il sindaco Crescenzo Paliotta, l’assessore Marco Pierini il quale si sente direttamente con l’indagato per una assunzione, Eugenio Trani, assessore al bilancio, tributi e società partecipate, oltre ad essere dottore commercialista che cura gli interessi delle cooperative di Valà, il consigliere Agostino Agaro, avvocato di Luigi Valà e di Casa Comune 2000 da circa 10 anni, Francesco Fantozzi, ex presidente Ala Servizi, la municipalizzata del Comune, fino ad alcuni riferimenti al segretario generale del Comune, con il quale però non risulta alcun contatto diretto.  

Nella relazione la Guardia di Finanza ritiene che un incontro tra Valà e Paliotta abbia portato alla proroga del contratto della figlia del sindaco che - riporta la Guardia di Finanza - da accertamento Inps «lavora alle dipendenze di Casa Comune 2000 con contratti a termine di volta in volta prorogati a far data dal 03/06/2013». 

Sembra infatti che la figlia del sindaco, Valentina, sia contrattualizzata da Casa Comune 2000, ma questo alla luce del fatto che lo studio medico nel quale lavora si serve di dipendenti presi dalla cooperativa. 

Si tratterebbe quindi non di un impiego pubblico, bensì di rapporti lavorativi tra privati. 

Sui fatti il pm Lorenzo Del Giudice sta traendo le conclusioni, ma emerge chiaramente dalle conversazioni che i politici si incontravano continuamente con Valà per intrattenere conversazioni che non potevano essere fatte telefonicamente. 

Tutti i fatti riguardano un’inchiesta ancora aperta in cui, tra tutte le persone citate, al momento l’unico che figura nel registro degli indagati è Luigi Valà.



Tolfa. Grande clamore a Tolfa per le ultime notizie apparse su giornali telematici e social network Facebook, ossia delle intercettazioni telefoniche contenute nei file della Guardia di Finanza riguardanti l’indagine ‘‘Coop & Appalti’’, il filone locale e parallelo a Mafia Capitale, con coop facenti capo alla ‘‘29 Giugno’’ di Salvatore Buzzi e che ha visto coinvolto il Comune di Tolfa, tanto che, lo scorso giugno alcuni amministratori e dirigenti sono finiti nel registro degli indagati, anche se l’amministrazione comunale collinare ha sempre negato che le indagini di Tolfa fossero legate con quelle di Mafia Capitale. 

Dalle intercettazioni risultano i rapporti tra dirigenti e politici di Tolfa con Luigi Valà rappresentante di Casa Comune 2000 per presunte ‘‘assunzioni clientelari’’. 

L’intervento della Guardia di Finanza a Tolfa, avvenuto il 15 giugno, ha visto coinvolti il dirigente comunale Franco Morra, il tecnico comunale Ugo Gentili, il sindaco Luigi Landi, il vicesindaco Mauro Folli e l’assessore Paolo Aloisi; con loro anche il responsabile di Casa Comune 2000 Luigi Valà. Questi sono stati iscritti nel registro degli indagati per verificare la correttezza o meno dei rapporti tra il Comune di Tolfa e la Cooperativa di Valà che in collina gestiva e, dopo le assegnazioni dei giorni scorsi, gestisce ancora, servizi nell’ambito comunale. Secondo la Procura di Civitavecchia, pm Lorenzo Del Giudice, gli indagati sono accusati di essersi associati e aver promosso, costituito ed organizzato, secondo le rispettive funzioni, ‘‘un’associazione allo scopo di commettere delitti contro la pubblica amministrazione, favorendo l’illegittima aggiudicazione di appalti di servizi di pubblica utilità da parte dell’amministrazione comunale di Tolfa a società cooperative gestite, anche in maniera indiretta, dall’indagato Luigi Valà, e dunque a lui riconducibili, a Tolfa e in altri luoghi in epoca successiva e prossima al primo settembre 2007 e tutt’ora in corso’’. 

Fin dalle prime indagini il sindaco Luigi Landi si è sempre detto «Estraneo ai fatti» e aveva evidenziato che: «Le indagini riguardano alcuni affidamenti del Comune di Tolfa alla Cooperativa Casa Comune 2000, di cui non conosco l’eventuale coinvolgimento o meno nell’inchiesta di Mafia Capitale».

Nelle intercettazioni è evidente l’aspetto che era già emerso quando uscì la notizia dell’inchiesta: cioè quanto fossero radicati i rapporti tra Casa Comune 2000 e il Comune e, non solo con i politici, ma anche con dirigenti e funzionari comunali. 

Tra i collegamenti di Tolfa con le società che fanno capo a Buzzi e a Valà c’è anche il fatto che il Comune di Tolfa detiene il 12% della Tolfa Care srl controllata al 20,4% dalla Crisalide srl, società del gruppo  29 giugno. 

C’è però una ulteriore novità: nelle intercettazioni figurano, infatti, anche altri due nomi di primo piano della politica tolfetana che nel blitz del 15 giugno non erano usciti.