CIVITAVECCHIA - Spunta anche Civitavecchia nella maxi-inchiesta della Procura di Roma che ha portato all’emissione di 46 ordinanze di custodia cautelare, fra cui spiccano il nome del presidente della Confcommercio di Roma, Cesare Pambianchi, quello del suo socio di studio, il commercialista Carlo Mazzieri, che - fra l’altro - erano soci di una azienda di servizi di contabilità della Conad del Tirreno, con sede appunto a Civitavecchia.
Pambianchi e Mazzieri sono titolari di uno studio professionale ai Parioli che, secondo quanto sostiene l’accusa, rappresentava «il centro di gravità» dove i professionisti assicuravano ai «clienti» un sistema sicuro ed oliato per sfuggire alle maglie del fisco. In totale sono oltre 700 le società controllate dall’organizzazione, 292 quelle trasferite all’estero: in totale il complesso debitorio annuo, iscritto al ruolo, si aggira intorno ai 600 milioni di euro. Ammontano a circa 208 milioni di euro, di cui 98 in contanti e 110 in immobili, le distrazioni di beni scoperte dalla Guardia di Finanza.
Agli arrestati, la metà circa in carcere e il resto ai domiciliari, sono contestati a vario titolo l’associazione a delinquere, la bancarotta fraudolenta, il riciclaggio, reati fiscali, emissione di fatture false e appropriazione indebita. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati beni per 65 milioni di euro più 25 milioni in barche di lusso (anche una coppia di yacht di proprietà di Pambianchi e Mazzieri) e automobili. Gli arresti seguono quelli eseguiti tra il settembre dello scorso anno e il marzo di quest’anno nei confronti di rappresentanti del gruppo Vichi e di quelli che hanno usato il marchio del mobilificio Aiazzone. Nelle due tranche dell’indagine sono 96 gli indagati e 56 le persone arrestate.
Il meccanismo consisteva nello svuotare la parte attiva delle società che, successivamente, veniva ceduta a prestanome, trasferita all’estero con conseguente cancellazione dal registro delle imprese italiano per evitare le procedure fallimentari. Tra i gruppi societari coinvolti nell’inchiesta ci sono la Conad del Tirreno, Di Veroli, Francisci, Mangione, Gelfusa, De Meo, Visa Diffusione Moda, mentre è stata perquisita la sede del caffè Palombini. Secondo l’accusa alcuni «clienti» avrebbero pagato in nero le consulenze allo studio Pambianchi e Mazzei: si tratta di cifre a sei zeri che superano, in totale, i 12 milioni di euro.
Per quanto riguarda Conad del Tirreno, sono finiti agli arresti domiciliari il presidente, Silvano Ferrini e l’amministratore delegato Ugo Baldi, l’ex-dirigente Ettore Monti, oltre ai titolari del Gruppo Rocher, Carlo Rosano, Orazio Ferrari, Pietro Cervasio, Andrea Baldi. In realtà, sfogliando i bilanci delle aziende di cui è o è stato socio Cesare Pambianchi, la Conad appare anche in un’altra occasione, come detto nella composizione azionaria della Trade Services srl, una società con sede a Civitavecchia e di cui la Conad deteneva il pacchetto di maggioranza.
Amministratrice della Trade Services srl era Rina Romagnoli, ex dirigente di Conad del Tirreno, in pensione da 3 anni, molto conosciuta a Civitavecchia dove negli anni scorsi qualcuno voleva anche proporla come possibile candidata a sindaco.
Romagnoli cerca di gettare acqua sul fuoco: «Credo e spero - afferma - che la vicenda, che ha avuto un grande clamore mediatico, visti i nomi coinvolti, sia destinata a ridimensionarsi, almeno per quanto riguarda Conad. Intanto è bene chiarire che Conad ed i suoi soci sono parte lesa: se fosse confermato che qualcosa di illegale è accaduto, sarebbe stato ai danni di Conad, non certo per procurare vantaggi di alcun tipo alla società, che sicuramente non si trovava nelle condizioni di qualche altro gruppo coinvolto, che pare abbia fatto operazioni sull’estero per evadere o per cercare di evitare il fallimento. Conad viene tirata in ballo per l’operazione legata al magazzino di Montopoli, ma da quanto mi risulta non c’è stata, ad esempio, evasione di Iva. Quindi, auspico che la vicenda possa chiarirsi in tutti i suoi contorni e che non ci siano responsabilità di alcun tipo per i rappresentanti di Conad coinvolti. Quanto a Civitavecchia, la Trade Services è stata tirata in ballo unicamente perché, occupandosi della contabilità per i soci, era partecipata direttamente da una società riconducibile a Pambianchi e Mazzieri che erano i nostri commercialisti. Ma non c’è alcuna operazione oggetto dell’indagine, anche perché, ripeto, svolgeva solo un’attività di elaborazione dati per le contabilità. Inoltre, quando lo scorso anno si sono avute le prime notizie del caso, con gli avvisi di garanzia. la Trade Services è stata chiusa. Quindi Civitavecchia non è coinvolta neppure marginalmente nell’inchiesta».
«Civitavecchia non è coinvolta nell’inchiesta»
Rina Romagnoli, ex amministratrice della Trade Services srl, chiarisce i contorni dell’indagine che ha portato all’arresto di Pambianchi. La dirigente, ora in pensione: «Conad è parte lesa di questa storia, che spero si ridimensionerà». Presidente e amministratore delegato della coop del consumo sono ai domiciliari
30 novembre, 2011 • 15:04