CIVITAVECCHIA – «Il cimitero monumentale della nostra città è un luogo di pace, preghiera ma anche di storia e memoria». Lo ricorda Roberta Galletta che ieri ha guidato la visita alla scoperta della bellezza che è custodita in questo luogo. «Il cimitero monumentale ha davvero bisogno adesso della cura e dell'attenzione di tutti noi», sottolinea la Galletta che chiede all’amministrazione comunale maggiore attenzione «ma soprattutto un impegno concreto economico». «Purtroppo venerdì scorso una grossa pietra della recinzione del primo Campo Santo di Civitavecchia presso il Tempietto Bramantesco è caduto su di una sottostante tomba in marmo rompendola nettamente - ricorda Roberta Galletta - La tomba appartiene alla famiglia Bastianelli dove riposa il nostro illustre concittadino Salvatore, padre della archeologia locale, colui che subito dopo il primo bombardamento del 14 maggio 1943 ha materialmente salvato dalla distruzione e dalla depredazione tutto quello che oggi si trova nel Museo Nazionale Archeologico. E al quale chiunque in città si sia avvicinato all'archeologia deve moltissimo per l'immenso lavoro di studio e recupero che ha fatto. Uno schiaffo nel vero senso della parola alla persona che ha speso la sua vita per salvare la nostra storia cittadina perché sono anni che i cittadini segnalano il degrado di quel muro di cinta completamente abbandonato. Uno dei tanti episodi di abbandono che da anni si verificano ma che adesso devono finire. Forse è un segno importante. Non casuale. Intanto farò richiesta di accesso agli atti per sapere come sono stati spesi quest' anno i 600.000 euro che ogni anno il Comune di Civitavecchia versa al gestore Civitavecchia Servizi Pubblici, oltre a quelli della manutenzione ordinaria, per opere strutturali nei due cimiteri pubblici, l'obbligo del fare. Perché adesso anche basta con la solita solfa che non ci sono soldi». Tra le zone che necessitano di intervento Roberta Galletta cita l'Emiciclo degli uomini illustri, «la parte più bella del Cimitero ma anche la più bisognosa di cure e attenzioni». «Da delegata al cimitero monumentale a marzo di questo anno avevo trovato 50.000 e fatto fare all'architetto Francesco Correnti un progetto di recupero e restauro proprio della parte comunale dell'emiciclo, quella più degradata, dove si trovano le tombe di Luigi Calamatta, Padre Alberto Guglielmotti e Alessandro Cialdi. Si trattava di restaurare i tre busti, consolidare il muro e pulire le tre iscrizioni. Un lavoro di tre mesi al massimo che se cantierizzato a giugno oggi sarebbe stato finito e consegnato alla città. Ma non andava bene. Ancora devo capire perché. Forse costava poco», polemizza la Galletta. ©RIPRODUZIONE RISERVATA