CERVETERI – «Stiamo mettendo a punto un progetto di contenimento da presentare alla Regione Lazio». La referente del servizio Aree protette di Città Metropolitana, Francesca Marini, fa il punto sulla situazione relativa alla presenza dei cinghiali all'interno della Palude di Torre Flavia. Avvistamenti, quelli dei mesi scorsi, diventati sempre più frequenti con i cinghiali aumentati in questo periodo a dismisura. Ad oggi sono circa una trentina gli esemplari presenti all'interno dell'area protetta, con alcuni dei quali che si spostano anche nelle zone limitrofe addentrandosi addirittura nei centri abitati (ne sono un esempio quelli avvistati prima dell'estate tra Cerenova e Campo di Mare, e da ultimi quelli a spasso a via del Porto a Ladispoli nei pressi del fosso Vaccina e in via di Torre Perla dove addirittura ne sarebbero stati avvistati tre). «In questo momento – ha spiegato Marini – con i lavori di bonifica dei canali, grazie alla riduzione del livello idrico, è stata favorita la riduzione della loro presenza». Ma questo non basta. La presenza dei cinghiali all'interno di un'area come quella della Palude potrebbe metterne a rischio l'ecosistema (ci sono esemplari di uccelli che nidificano a terra, ad esempio). La soluzione che si starebbe studiando è quella delle gabbie così da catturare gli esemplari per poi trasferirli in un'azienda faunistico venatoria. «Le gabbie e gli strumenti ci sono già – ha aggiunto ancora Marini – ma bisogna ottenere l'autorizzazione regionale e coordinarsi con la Asl di competenza». Se dalla Pisana dovesse arrivare l'ok le operazioni di cattura potrebbero partire in autunno inoltrato. Ma sarà un lavoro lungo e faticoso. «Gli animali li devi invogliare, li devi abituare alla presenza delle gabbie» e una volta dentro saranno necessarie almeno sei persone per il loro trasporto in sicurezza. Catture che comunque non sono garantite al 100%: «Metti due, tre gabbie. Alcune di queste “scattano”, altre no. Nell'esperienza fatta a Monterotondo, ad esempio, con 13 interventi abbiamo portato via 70 animali. Si tratta, appunto, di un grande lavoro».

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