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Record d’incassi per le cene in piazza dei Facchini di Santa Rosa.
Oltre 90 mila euro d’incasso per 4 serate che hanno fatto registrare il tutto esaurito con circa 10 mila euro in più rispetto all’edizione del 2024.
Oltre 9 mila i pasti che sono stati sapientemente cucinati da decine di facchini e superata la soglia delle 8 mila presenze complessive, con la media di 2 mila persone a serata.
La fila media è stata di almeno un’ora e mezza a serata con punte fino a due ore ma, i numeri in crescita, rappresentano un ottimo segnale per valutare la grande voglia dei viterbesi e non solo di partecipare.
In particolare per le finalità completamente benefiche del ricavato che, a esclusione delle spese organizzative, andrà a varie associazioni dedite alla solidarietà pubbliche a Viterbo.
L’impegno per la realizzazione delle cene in piazza dei facchini è stato portato avanti, oltre che dal Sodalizio dei facchini, da Spazio Conad Viterbo, il gruppo portatori della Macchina della Madonna Liberatrice, le proloco di Monte Romano e San Martino al Cimino e l’associazione filarmonica di Vejano. Tutte queste realtà hanno cucinato e fornito il contributo necessario per sfornare migliaia di pasti e favorire un ricavo di decine di migliaia di euro per la solidarietà.
Raggiante il presidente del Sodalizio Facchini di Santa Rosa, Massimo Mecarini, che, poco prima dell’avvio delle cene in piazza, aveva confidato la sua speranza di migliorare sia gli incassi per la beneficenza che il numero di presenze.
Entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti con il pubblico che è venuto non solo da tutta la provincia ma anche dai principali territori a ridosso della Tuscia, in particolare Roma, l’Umbria e la bassa Toscana.
«Il bilancio è più che positivo per le cene in piazza – dice il presidente Massimo Mecarini -. In 4 serate abbiamo servito circa 9 mila pasti con un incasso che ha superato di quasi 10 mila euro quello dell’anno scorso. Siamo arrivati quasi a 90 mila euro. Grande soddisfazione e un grazie particolare va a tutti i facchini che si sono impegnati per 5 giorni, quasi sei, dal lunedì al sabato mattina, a montare e smontare la piazza, servire ai tavoli, spillare le bevande, cuocere la carne e cucinare. Veramente sono stati dei grandi».
L’unione, poi, ha fatto la forza. «Grazie anche ai comitati che ci hanno aiutato – dice ancora Mecarini – Monte Romano e San Martino, la filarmonica vejanese, i portatori della Madonna Liberatrice. Grazie all’amministrazione comunale che ci ha permesso di fare ancora questo evento, al vescovo a cui abbiamo ‘rotto le scatole’ per tutte e 4 le sere. Questo a dimostrazione che c’è l’attaccamento, la gente si è fatta anche un’ora e mezza di fila per stare con noi a cena perché, poi, lo scopo finale è la solidarietà. L’ultima sera è stata dedicata all’Unitalsi e alle altre associazioni a cui siamo, di solito, vicini. Il bilancio, quindi, è oltre la più rosea delle previsioni». “
»Le cene in piazza hanno rappresentato per me – dice il Capofacchino Luigi Aspromonte – oltre l’aspetto puramente economico, un successo nel regalare un sorriso ai meno fortunati. Una settimana per monitorare tutti i facchini e devo dire di avere trovato un gruppo coeso, unito e pronto a dare tutto il 3 settembre».