PHOTO
CIVITAVECCHIA – Zona Uliveto, un tranquillo quartiere dove la vita scorreva serena tra le mura di un appartamento adattato alle necessità di una persona diversamente abile. Fino a quando, improvvisamente, la routine è stata spezzata. Una madre anziana, costretta sulla sedia a rotelle, e sua nipote, madre di due bambini, vivevano in pace aiutandosi reciprocamente. Ma il loro equilibrio è stato minato da una persona inaspettata: il figlio dell'anziana donna, recentemente uscito dal carcere. «Per anni, mia madre e mia figlia hanno vissuto in quell'appartamento, uno spazio progettato appositamente per le esigenze di mia madre - racconta la donna che ha denunciato la vicenda alla Polizia - era una casa piccola, ma perfetta per le loro necessità. Poi, tutto è cambiato». Il fratello della donna, con una serie di espedienti, sarebbe riuscito a mettere alla porta sia l’anziana madre che la nipote, facendosi pian piano padrone dell'abitazione. Una casa che, con il passare del tempo, è diventata il centro di una disputa che ha distrutto la serenità di una famiglia già provata dalla disabilità e dalle difficoltà quotidiane. Nonostante i numerosi tentativi di mediazione e i ripetuti appelli per risolvere la situazione in modo civile, l’uomo è riuscito ad appropriarsi dell’immobile, lasciando sua madre e sua nipote senza un tetto. «Ora mia madre e mia figlia, insieme ai suoi bambini, vivono a casa mia - prosegue la donna con voce rotta dalla sofferenza - ma le difficoltà sono inimmaginabili. Non solo per la ristrettezza dello spazio, ma soprattutto per il fatto che l'appartamento di mia madre era stato adattato alle sue esigenze specifiche». Il bagno per disabili, la mobilità ridotta e tutti gli accorgimenti necessari per garantire la sua sicurezza e il suo benessere sono ormai un lontano ricordo. Ora, quella che una volta era una casa accogliente per una persona con disabilità, è diventata una prigione a causa delle prevaricazioni di un uomo che ha imposto la sua volontà. La nonna, la nipote e i due bambini, costretti ad adattarsi a una realtà insostenibile, si trovano ora a vivere in un appartamento che non soddisfa le necessità di nessuno. «Mia madre non riesce a fare nulla da sola. È difficile anche solo spostarla da una stanza all'altra, e ora è costretta a fare i conti con una realtà che non le permette di vivere con dignità - aggiunge la donna, visibilmente provata - e mia figlia, con i suoi due bambini piccoli, è costretta a vivere in un angolo della mia casa, senza spazio, senza privacy, senza nulla che somigli a un’abitazione dignitosa». La denuncia è stata formalizzata, ma la giustizia, purtroppo, è lenta. L’iter giudiziario è in corso, ma intanto le famiglie coinvolte continuano a subire ogni giorno i disagi di una situazione insostenibile. «Quello che più mi preoccupa è il futuro della casa di mia madre - conclude la donna - quando questa storia sarà finalmente chiusa, quella casa sarà ridotta in condizioni pietose. Chi si occuperà di rimetterla in ordine? Chi avrà la forza economica per renderla di nuovo accessibile per una persona diversamente abile e per una famiglia con bambini?». Un appello che tocca le corde del cuore, quello della donna che ha visto la sua famiglia spezzarsi sotto il peso delle prevaricazioni e della lentezza della giustizia. «Siamo disperati, fate presto. Non stiamo chiedendo un favore, ma solo di ripristinare un diritto: quello di vivere in dignità, in un luogo che possa rispondere alle esigenze di ogni membro della famiglia».



