TARQUINIA - Tarquinia ancora alle prese con i rifiuti in strada. Le segnalazioni corrono sui social, tra lamentele e testimonianze fotografiche che non rendono merito ad una città nel suo picco massimo di affluenza turistica.

Degrado alla stazione

Tra le varie segnalazioni, spicca quella di rifiuti sparsi nei pressi della stazione ferroviaria, uno dei principali biglietti da visita per il turista. La segnalazione si rivolge agli organi preposti «con la speranza che possano risolvere il problema quanto prima, visto e considerato che è un'emergenza che interessa tutta la nostra collettività».

La cronaca è quella di un’area sporca di sabato mattina. «Come tutte le mattine all'alba – racconta una donna – sono andata a camminare (il mio percorso è quello nella strada della vecchia stazione), a parte le erbacce lungo i fossi di scolo sul ciglio della strada, giunta alla stazione mi sono trovata davanti agli occhi uno spettacolo di degrado che mai avrei voluto vedere: buste dell'immondizia gettate sulla strada, escrementi di cani lungo i marciapiedi, nel piazzale e ai bordi stradali, nonché sui marciapiedi cartacce, lattine, bottiglie di vetro e di plastica, facevano compagnia ad una moltitudine di aghi di pino (questi ultimi diventano anche pericolosi, perché se calpestati possono far scivolare)».

«Non è certo un bel biglietto da visita per coloro che arrivano con il treno per visitare questa cittadina che un tempo ormai lontano è stata la culla d'una civiltà studiata e conosciuta attraverso i libri di scuola – prosegue la donna - Ho cercato di capirci qualcosa domandando a destra e a manca: il risultato è stato che qualcuno imputava il fatto alla vecchia amministrazione che aveva firmato un "contratto capestro" con una non meglio identificata ditta per la raccolta dei rifiuti; altri davano la colpa all'incapacità dell'attuale amministrazione».

«Premetto che vengo da viaggi fatti all'estero - aggiunge - dove ordine, pulizia e precisione sono la prassi d'ogni Paese visitato, quindi la sporcizia trovata nel mio paesello m'è saltata subito all'occhio, m'ha fatto vergognare ed indignare».

«Non imputiamo sempre le colpe agli altri – sottolinea - ma assumiamoci le nostre, per me è una questione di civiltà. Gettare i sacchetti dell'immondizia sulla strada è sinonimo di cattiva educazione, lasciare gli escrementi sui marciapiedi non è degno d'una popolazione civile. Troppe sono state le lamentele che ho sentito, ma se anziché lamentarci si proponesse qualcosa per risolvere il problema?»

«Allora io suggerisco all'amministrazione comunale – elenca – : fare dei manifesti invitando la popolazione ad essere più civile, a gettare i rifiuti nei cassonetti nei giorni prestabiliti e non quando fa comodo a ciascuno (nel mio condominio, dove la maggioranza è fatta di famiglie straniere, i cassonetti non risultano mai stracolmi, e se l'hanno capito gli stranieri, non comprendo come mai ai tarquiniesi la cosa non è ancora chiara). Seguire e controllare i camion che trasportano la carta e la plastica, perché durante le mie camminate ho visto che dal trasposto lungo il percorso, volava di tutto, ed andava a occupare, con il passaggio tra un auto e l'altra, o con il vento, i fossi lungo le strade, i bordi delle aiuole ecc. (ci sarà un assessore preposto o degli impiegati che possano farlo)».

«Siccome questa mi sembra un'emergenza – conclude la donna - che sta andando fuori controllo (non si tratta solo di quello che io sto denunciando), visto che sul territorio c'è una valida Protezione civile, perché non farla intervenire con un piano appropriato affinché questa emergenza possa essere risolta in modo veloce e quanto prima? Da utente che paga le tasse chiedo che il problema venga risolto quanto prima».

Rifiuti abbandonati anche a San Giorgio

 E a San Giorgio non va meglio. Preoccupante lo scenario del dopo Ferragosto con i residenti che tornano a chiedere «un paio di secchi dell’ immondizia a ridosso della pineta», per far fronte ai tanti incivili.

Il messaggio è chiaro: «Per gli incivili che vedono una busta per terra e invece di raccoglierla ne mettono un’altra: siete delle bestie».

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