CIVITAVECCHIA - Niente più obbligo di dimora a Civitavecchia e divieto di allontanamento dalle loro abitazioni dalle 22 alle 6. Cadono anche le ultime misure restrittve rimaste a carico dei due medici Gino Saladini e Giuseppe Di Iorio, al centro dell’inchiesta ‘‘Bad doctor’’.



Nella tarda serata di venerdì, infatti, i giudici del Tribunale del Riesame di Roma hanno deciso di concedere la completa libertà al criminologo medico legale e all’ex medico del pronto soccorso, accogliendo i ricorsi presentati degli avvocati difensori: Stefano Bonifazi ed Ivar Galioto per Saladini, Daniele Barbieri e Teresa Calbi per Di Iorio. 

I due professionisti, quindi, sono tornati completamente liberi, a quattro mesi dall’arresto che li ha visti prima rinchiusi al carcere di Borgata Aurelia, poi passare ai domiciliari e quindi vedersi applicato l’obbligo di dimora. Oggi è tutto ribaltato.  



"Non c’era alcun motivo - ha commentato l’avvocato Bonifazi - perché Saladini fosse ancora sottoposto a misure restrittive. Con questa decisione il Riesame ripristina una situazione di maggiore aderenza alla realtà dei fatti". Soddisfatto anche il legale di Di Iorio, l’avvocato Daniele Barbieri. "È quello che ci aspettavamo - ha sottolineato - d’altronde non c’erano ragioni per essere ancora sottoposti a queste misure cautelari". Gli avvocati, ora, proseguiranno il loro lavoro per dimostrare quello che fin dall’inizio hanno sottolineato: ossia la totale estraneità dei loro assistiti ai fatti contestati. 



L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Valentina Zavatto. 

Secondo l’accusa l’indagine aveva permesso di smantellare un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, a reati di falso di vario genere relativamente a presunti falsi incidenti stradali. Nel mirino 21 incidenti stradali considerati falsi realizzati per truffare le assicurazioni. Undici i professionisti inizialmente indagati e raggiunti da ordinanze di custodia cautelare firmate dal giudice Giusy Bartolozzi. Settantasette gli indagati in totale. In carcere finirono soltanto i due medici, oggi in piena libertà.