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Da alcune settimane, presso il Laboratorio di genetica medica dell’ospedale Santa Rosa è stata resa operativa la tecnica della Biopsia liquida per le donne con tumore mammario.
Si tratta di una procedura minimamente invasiva che consiste in un semplice prelievo di sangue di rilevare precocemente alterazioni geniche nel Dna tumorale circolante e guidare decisioni terapeutiche personalizzate nei tumori solidi, permettendo di indentificare il farmaco più efficace per i pazienti.
Con tale tecnologia innovativa si aprono nuove opportunità di trattamento per le pazienti con tumore della mammella metastatico con recettori ormonali positivi e negatività dell’Her2, resistenti alle terapie standard.
La Asl di Viterbo conferma la sua vocazione a porsi in prima linea sul fronte della Medicina di precisione, con una innovazione che si inquadra in un più ampio progetto che verrà presentato venerdì prossimo, 20 giugno, presso l’Università degli studi della Tuscia, alla presenza del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
«La tecnologia di analisi in biopsia liquida - commenta la responsabile dell’unità operativa Laboratorio genetica medica del Santa Rosa, Gloria Pessina – deve essere effettuata da servizi diagnostici qualificati con esperienza specifica e adeguate capacità tecnologiche, per assicurare ai clinici tutte le informazioni di cui hanno bisogno. Il nostro laboratorio è inserito nella rete regionale e dispone di un servizio di biologia molecolare avanzato e certificato in grado di garantire la refertazione in tempi rapidi, permettendoci di essere in linea con i più alti standard qualitativi nell’impiego di questa tecnologia normalmente eseguita nei centri universitari. Con questo ulteriore strumento siamo in grado di aumentare le chance diagnostiche terapeutiche dei pazienti oncologici, per rispondere in maniera sempre più puntuale alle necessità di personalizzazione della terapia».
«Ad oggi - continua Federica Natoni, dirigente biologo responsabile della sezione di genetica oncologica del laboratorio - abbiamo effettuato circa 30 biopsie liquide nelle pazienti affette da carcinoma mammario. La metodica Ngs impiegata consente il rilevamento simultaneo di biomarcatori su 50 geni target utili all’inquadramento diagnostico prognostico e terapeutico delle pazienti».
«La medicina di precisione – continua la responsabile della Breast unit della Asl viterbese, Agnese Fabbri - è una realtà che si sta consolidando in oncologia. La nostra azienda possiede un’équipe multidisciplinare in grado di garantire cure innovative mediante i nuovi strumenti tecnologici che consentono una più accurata scelta dei trattamenti in base alle caratteristiche specifiche del paziente. Esempio emblematico è quello del tumore del seno, una delle neoplasie più diffuse in Italia. Oltre il 70% dei casi è positivo ai recettori ormonali e negativo per il recettore Her2 e, all'interno di questo sottogruppo, alcuni carcinomi sviluppano la mutazione a carico dei geni Esri1, PI3Kca, Akt1 e Pten che conferiscono resistenza alle terapie standard e identifica le pazienti che potrebbero rispondere alle più innovative terapie target come il Capivasertib e l’Elacestrant. Già da alcune settimane pazienti affette da tumore mammario metastatico luminale sono state sottoposte a esame di biopsia liquida e stanno effettuato trattamenti con farmaci target innovativi».
«Come azienda – conclude il direttore generale della Asl di Viterbo, Egisto Bianconi – crediamo fortemente nella necessità di mettere in campo un nuovo modello di medicina che favorisca una presa in carico personalizzata dell’assistito, anche sfruttando le innovazioni legate allo sviluppo rapido e continuo delle tecnologie digitali. L’alleanza tra il mondo della sanità e il mondo dell’ingegneria informatica e biomedica può essere alla base di un nuovo approccio alla prevenzione, alla diagnosi e cura che non sostituisce il professionista ma come utile supporto, a servizio della cittadinanza. Tra una settimana presenteremo questa ambiziosa progettualità, proprio incentrata sulla medicina di precisione che, primi in Italia come azienda sanitaria, metteremo a terra nei diversi contesti di cura (ospedale e territorio), in collaborazione con il centro di riferimento regionale dell’Azienda ospedaliera universitaria Sant’Andrea, diretto dal professor Maurizio Simmaco».