CIVITAVECCHIA – Il presidente del Tribunale di Civitavecchia Francesco Vigorito ha nominato nella persona del professor Bruno Capponi, avvocato romano, il curatore speciale dell’Università Agraria di Civitavecchia. 
Le misure interdittive scattate ieri confronti dei vertici dell’ente, rappresentati da Daniele De Paolis e Damiria Delmirani, hanno accelerato un procedimento partito nelle scorse settimane, con la decisione del giudice Sorrentino di annullare l’efficacia delle delibere firmate dall’ex presidente facente funzione Delmirani, chiedendo al presidente del Tribunale di procedere con la nomina del curatore. Il dottor Vigorito, alla luce della recente decisione del gip Filocamo di disporre l’interdizione dai pubblici uffici per un anno per i due ormai ex vertici dell’Agraria, ha deciso di nominare il curatore speciale, aprendo di fatto la strada al commissariamento dell’ente. 

In attesa dell’udienza del 2 maggio prossimo presso il tribunale del Riesame, per discutere dell’appello presentato dalle difese dei due vertici contro la misura disposta nei loro confronti, emergono alcuni aspetti legati alla vicenda. Per avvocato Lorenzo Mereu, difensore di De Paolis, quanto contestato non è applicabile alla natura giuridica dell’Agraria, associazione di diritto privato. L’art. 2621, quello delle false comunicazioni sociali, non sarebbe quindi applicabile all’ente. Ma secondo il gip, che ha accolto le richieste del pm Materazzo, a prescindere dalla natura privatistica dell’ente, prevarrebbe il servizio pubblico insito nell’Agraria, preposta all’amministrazione di beni di “collettivo godimento”. Attorno a questo aspetto giuridico ruota quindi tutto l’impianto accusatorio, che parte dall’esposto presentato da alcuni soci. L’accusa, mossa dalla Procura e rivolta ai due indagati - tra l’altro con “scaltrezza” come evidenziato dal giudice - è quella di aver falsificato il bilancio 2020 nascondendo un risultato nagativo conseguito fuorviando sull’andamento effettivo della gestione. Tutte questioni che la difesa è pronta a contestare.

Presunzione di innocenza Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.

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