«Dopo 20 anni finalmente il Rocchi sarà lo stadio di Viterbo» assicura l’assessore allo Sport Emanuele Aronne.

Un traguardo che appare un po’ più vicino dopo il via libera ieri da parte della seconda commissione all’acquisizione dell’impianto sportivo al patrimonio comunale.

Ma non così immediato.

I passaggi e gli adempimenti amministrativi da compiere - oltre all’acquisizione ci sono da risolvere le questioni dell’accatastamento, del comodato di uso gratuito dello stadio e degli immobili e l’ottenimento di un nulla osta per l'affidamento in gestione della struttura - prevedono tempistiche non propriamente brevi.

Dalle ricostruzioni sulla storia dello stadio Rocchi fatte dall’assessore Aronne e dal capogruppo del Pd Alvaro Ricci emerge una situazione ingarbugliata, per dirla con un eufemismo, che si è protratta per decenni.

Già nel 2016 la Regione aveva chiesto al Comune di

procedere alla stipula di un contratto a canone ricognitorio e di regolarizzare la questione del possesso dell’immobile.

Richiesta ribadita nel 2021, in cui si chiariva anche che l’acquisizione doveva essere deliberata dal Comune e successivamente sarebbe stato necessario procedere alla sottoscrizione di un accordo procedimentale.

Nell’agosto dello scorso anno inizia l’interlocuzione tra l’amministrazione Frontini e la Regione.

A dirimere la vicenda sulla titolarità dell’impianto arriva l’emendamento Sabatini-Panunzi, tra ottobre e novembre, con cui l’ente regionale consente al Comune di acquisire, a titolo gratuito, la proprietà dello stadio a condizione di non modificare lo stato dei luoghi e di non procedere all’affidamento dell’impianto.

E su quest’ultimo passaggio si innesta l’attacco del dem Ricci nei confronti della precedente amministrazione e in particolare di Fratelli d’Italia che guidava l’assessorato Lavori pubblici.

«A che titolo - ha tuonato - in tutti questi anni il Comune ha affidato la gestione dello stadio?».

Per poi aggiungere: «A fronte di una norma regionale che dice di non modificare lo stato dei luoghi come pensavate di poter mettere a terra interventi Pnrr per oltre 4 milioni, di cui 1,6 a carico di un privato, su un bene che non era di proprietà comunale?».

E al consigliere meloniano Matteo Achilli che lamentava ritardi da parte dell’esecutivo replica l’assessore Aronne.

«In tre mesi abbiamo svolto una mole di lavoro ricostruendo 20 anni di documentazione sparsa in vari settori su una gestione dello stadio non proprio cristallina. Non accetto che si parli di ritardi quando davanti a un atto regionale del 2021 che cedeva l’impianto al Comune non è stato fatto nulla».

Per poi rimarcare, al di là di come poi è andata a finire, «in tre mesi abbiamo fatto la manifestazione d'interesse. E il 3 dicembre mi sono reso conto che esisteva anche il problema dell’accatastamento».

L’assessore elenca poi i prossimi step. «Il 15 febbraio porteremo in consiglio la richiesta di comodato d'uso gratuito, una volta approvata la delibera sarà inviata alla Regione».

Aronne poi specifica di aver già chiesto alla Pisana l’autorizzazione per esperire la gara di pubblica evidenza, un bando da oltre 3 milioni che sarà pubblicato previa autorizzazione regionale.

Anche per quanto riguarda l’avvio degli interventi - 5,5 milioni l’importo di spesa - sull’impianto, il Comune attende la risposta della Regione.

Aronne ha quindi concluso garantendo che «nonostante i lavori, l’attività sportiva non sarà interrotta».

La seconda commissione in apertura dei lavori ha proceduto all’elezione di Francesco Buzzi come nuovo presidente, dopo le dimissioni di Marco Bruzziches passato tra i banchi di minoranza, e di Simone Onofri come vice.