GIAMPIERO ROMITI

Bello scoprire cos’è in realtà la politica e quale il ruolo fondamentale (ed essenziale) che deve svolgere un alto rappresentante delle istituzioni, legittimamente (in virtù della sua acclarata credibilità) eletto dal popolo sovrano ? Bè, si direbbe. Il punto, però, è che i pensieri travolti dai mille accadimenti di una quotidianità (tavolta maledettamente) imprevedibile, impediscono di vagliare con continuità se chi governa abbia il giusto spirito di servizio per il bene della collettività. Ma per fortuna succede che il cittadino vivo, e perfettamente sintonizzato sulla lunghezza d’onda dei media che hanno il pregio di diffondere puntualmente quel che succede nel Palazzo, si stupisce quando verifica, senza possibilità alcuna di sbagliare, che avvengano situazioni a dir poco imbarazzanti.

S’accorge il cittadino (vivaddio informato) che tarda a spiccare il volo una delibera di estrema importanza per lo sviluppo della città, per la sua alta carica di potenzialità per assicurare posti di lavoro sognati ad occhi aperti un giorno sì e l’altro pure e per contribuire a cancellare con un energico colpo di spugna l’immagine di un territorio tra i più inquinati del Bel Paese con un’altra, se non al pari epperò prestigiosa, che andrebbe ad aggiungersi a quella splendida splendente di centro di irresistibile attrazione del crocierismo mondiale. Motivo ? Giace, impolveratissima, tra (forse) molte scartoffie nel cassetto di chi invece (perché altissima espressione istituzionale al servizio della comunità) dovrebbe attualizzarla di corsa come pregiatissimo premio da regalare alla “sua” Civitavecchia. Stiamo naturalmente parlando della delibera relativa al sontuoso progetto del Marina Yachting (“già firmata – ricorda il sito della Provincia Civonline.it, 7 maggio – lo scorso 13 Aprile e magnificata al vice ministro Morelli proprio daTedesco con l’eloquente affermazione: “l’amministrazione tiene fortissimamente alla realizzazione di questa struttura portatrice di economia e occupazione”), che il presidente del Consiglio Comunale, Emanuela Mari, indugia ad assegnarla alla commissione urbanistica. La ragione ? Vattelapésca. Non ce ne è una che si “sposi” con uno straccio di logica. E semmai l’esponente berlusconiana (tra l’altro la più votata nella kermesse amministrativa di tre anni or sono) in un momento non esattamente brllante di forma (lungi dal pensare a chissachè per aprire una voragine di gravissimi e nel contempo assolutamente inesistenti sospetti ) l’avesse dimenticato, allora è necessario farle riaffiorare alcuni “affarucci” di non poco conto.

E cioè: 1) Il ruolo del Presidente del Consiglio deve essere svolto in maniera autonoma e per nulla funzionale ad un qualche indirizzo politico; 2) Ne consegue che tale funzione è strumentale non già all’attuazione dell’indirizzo politico della maggioranza di governo, bensì al corretto funzionamento dell’organo stesso; 3) Il presidente non può dunque ritenersi legato da un rapporto fiduciario con la componente di maggioranza del relativo consiglio; 4) Il presidente del consiglio sin
da subito è tenuto ad osservare un comportamento “neutrale”, facendo rispettare anzitutto le norme statutarie e le altre inerenti in modo tale che la componente di maggioranza non prevarichi quella di minoranza”. La luce del sole non potrebbe abbagliare di più la scena (e se saltasse fuori qualcuno per asserire un qualunquistico “che c’entra questo con la stracitata delibera”, farebbe bene a tener conto che la statura di un presidente del consiglio è così elevata da permettergli di prendere decisioni di eccellente interesse civico ed essendo stata riconosciuta da una marea di cittadini per garantire il meglio del meglio per la città, il primo pensiero dell’illustre prescelto, assolutamente, deve essere sempre rivolto all’accelerazione dei progetti virtuosi.

Il coordinamento di Forza Italia stia quindi sereno: “nessuna ingerenza nel lavoro dell’azzurra e dell’intera assemblea” -Trcgiornale. It, 8 maggio e Ideanews24.com, 8 maggio -, semplicemente la richiesta, giornalisticamente doverosa, di una necessaria, indispensabile volontà di mettere il turbo a “piani” prestigiosi per Civitavecchia. Sicchè la Mari (ripetiamo gettonatissima, stimatissima e pertanto persona ricca di evidenti e integerrime capacità di operare per il bene di una Civitavecchia che non può non ambire a centrare il vitale traguardo dello sviluppo e, come ribadito dall’assessore Di Paolo - su Civonline.it il 6 maggio - della valorizzazione turistica)non dovrebbe mai essere colta da qualche sia pur leggera amnesia e dimenticare che è una servitrice (rigorosamente super partes) oltreché delle istituzioni anche e soprattutto dei suoi concittadini. I quali hanno avuto la ghiotta occasione di imbattersi in un imprenditore (peraltro “affiancato” dalla “Société Monégasque Internationale Portuarie, che per la sua stratosferica notorietà non ha bisogno di presentazione) che investe 24,6 milioni di euro - con il prezioso e graditissimo cadeau (al porto e dunque alla città di Civitavecchia) di 1,8 milioni (sempre di euro, ovvio !) per il restauro e la valorizzazione del molo del Lazzaretto e del fortino di San Pietro. E restando in tema ,varrebbe la pena scoprire se esista chicchessia (di destra, di sinistra, di centro e di ogni, appollaiato sugli scranni dell’Aula Pucci) dedito a masturbarsi il cervello per essere convinto di spalleggiare l’idea dell’imprenditore (verso il quale si nutre rispetto esclusivamente per il contributo che intende dare alla città e non sperticata piaggeria, che qualcuno con troppa disinvoltura ha dimenticato di avergli dispensato in quantità industriale con la bavetta agli angoli della bocca) oppure ritenerla una sòla: basterebbe solo essere chiari e ogni problema d’incanto risulterebbe risolto ! Allora ? Per quanto si potrebbe ancora da dire, resta solo da riaffermare che è sperabile far “risuscitare” in men che non si dica la preziosa delibera del Marina Yachting non solo perché i sospiratissimi sviluppo ed occupazione non possano battere la fiacca né, figuriamoci, attendere tempi biblici, ma anche perché abbiano la priorità rispetto ad immancabili “stronzate”, che di peculiarità hanno solo il cattivo odore.

Esorta il proverbio: “Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi “(significato: compiere il proprio dovere senza indugi). Naturale no ? Si viene spinti nella massima assise cittadina per assicurare il massimo del massimo alla comunità. Non per scaldare una soffice poltrona.

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