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Stop a decisioni calate dall'alto in tema di nuovi impianti di rifiuti nel Viterbese. Di fatto la proposta, approvata martedì all'unanimità dal consiglio provinciale, è orientata a rivendicare la “sovranità” della Provincia in merito all’individuazione delle zone idonee e, soprattutto, non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti.
Un approfondimento al piano provinciale gestione rifiuti, di cui l’ente di via Saffi si è già dotato nel tempo, fortemente voluto da Alessandro Romoli. Il presidente della Provincia interpretando quanto esplicitato nella sentenza del Tar che ha bocciato l’impianto di Arlena di Castro, ritiene che sia stata riconosciuta la competenza dell’amministrazione sull’individuazione delle discariche.
«Tramite questa delibera impegnativa e importante, andiamo a dare una direttiva chiara di cui tenere conto in fase di parere nelle conferenze di servizi» ha spiegato Romoli definendo il provvedimento «un atto dovuto per la tutela dell’ambiente e del nostro territorio, una delibera che rivendico come atto qualificante dell’attività della Provincia».
La proposta, licenziata martedì, fissa dei criteri stringenti andando a individuare sia i siti sensibili su cui non potranno sorgere nuovi impianti sia la distanza da rispettare, di almeno tre chilometri, da tali luoghi.
Il consigliere delegato all’Ambiente Ermanno Nicolai nel plaudire la proposta ha affermato che «è un modello che dovrebbe essere preso da esempio anche in tutte le altre province».
«Ci siamo ritrovati con impianti che dovevano essere per la lavorazione di un certo tipo di rifiuti poi diventate discariche» ha tenuto a ricordare per poi rimarcare con tono polemico che Palazzo Gentili «non fa soltanto chiacchiere e giornalate per quanto riguarda la tutela del territorio ma azioni concrete».
Plauso anche da Lina Delle Monache, presidente commissione Ambiente, che ha ringraziato Romoli per «aver intrapreso un percorso di tutela del territorio e per aver dotato la Provincia di uno strumento che consentirà di fermare l’invasione di questi impianti».
Nella stessa seduta consiliare, il parlamentino di Palazzo Gentili ha proceduto anche all’approvazione - astenuti i consiglieri FdI - della prima variazione al bilancio 2025, con l’inserimento tra le entrate di 596mila euro derivanti dalle multe per violazioni al codice stradale elevate in diversi anni dal Comune di Montefiascone e non versate all’amministrazione provinciale.
Risorse che saranno destinate alla manutenzione e alla messa in sicurezza della rete viaria.
Introiti ma anche uscite. La Provincia è stata infatti condannata a risarcire il danneggiamento di un terreno causato da opere urbanistiche eseguite dall’ente nel 1998. Nello specifico la realizzazione della variante Canepina-Vignanello, secondo quanto accertato dal consulente della Corte d’appello, ha comportato l’invasione di detriti e segni di erosione del terreno oltre a un danno economico per l’impossibilità da parte del proprietario di coltivare il noccioleto. Nella sentenza inoltre l’ente provinciale è condannato ad eseguire interventi di ripristino, tra cui il convogliamento delle acque, per evitare future inondazioni e prevenire ulteriori fenomeni erosivi. Le spese che saranno sostenute per il ripristino del terreno saranno conteggiate successivamente.