Irrompe in aula consiliare il caso Sgarbi. Con la richiesta alla sindaca Chiara Frontini di ritirare le deleghe assessorili al sottosegretario che, nell’esecutivo viterbese, ricopre quelle alla Bellezza e ai Monumenti. Un appello corale che accomuna i gruppi di opposizione. Nulla a che vedere con la vicenda giudiziaria che in questi giorni vede protagonista il famoso critico d’arte. «Siamo garantisti» hanno tenuto a sottolineare gli esponenti della minoranza. A non essere più tollerabile per l’opposizione sono le troppe assenze del professore e la conseguente scarsa, pressoché nulla, partecipazione alle attività dell’amministrazione.

E la questione diventa tema di interrogazioni.

«Il problema va risolto. Un assessore che non c’è, non esiste. Sgarbi non è funzionale a questo consiglio. Se per troppe assenze i consiglieri decadono, dovrebbe valere anche per un assessore» rimarca la capogruppo di Fratelli d’Italia Laura Allegrini.

Concetto ribadito anche nell’intervento di Lina Delle Monache del Pd che definisce «Sgarbi, collezionista di opere e di assenze» e stigmatizza «non è mai venuto in consiglio, non ha mai mostrato rispetto per questo organo amministrativo. Ha sempre disertato anche le sedute in cui si parlava dei suoi progetti». E conclude chiedendo alla sindaca di revocare le deleghe a Sgarbi. «In un anno e mezzo di amministrazione - incalza Luisa Ciambella di Per il Bene Comune - si è visto una sola volta» e chiedendo «quale sia il beneficio» di averlo come assessore, esorta la sindaca a non attendere oltre e «a dire cosa voglia fare con Sgarbi».

Stesso tenore nella dichiarazione del leghista Andrea Micci che ritiene «l’assenza di un anno e sei mesi una situazione drammatica». Il consigliere inoltre si chiede anche «come si pone l’amministrazione nei confronti della vicenda giudiziaria» e ritiene sia arrivato il momento di «dire come la si pensa».

La sindaca Frontini ammette di stare riflettendo sul nodo assenteismo. Però «ritiene prematuro fare valutazioni sull’operato dei singoli assessori. E’ palese che arriverà il momento in cui si farà una ricognizione sulle attività degli assessorati e, quando ciò avverrà, non mi esimerò dal prendere decisioni in merito».

Non esclude a priori quindi un possibile rimpasto o comunque avvicendamenti ma non per ora. «E’ prematuro».

Il dibattito nella sala d’Ercole si alza di tono con la comunicazione del presidente del consiglio Marco Ciorba sul caso di Marco Bruzziches. L’ex consigliere di maggioranza, ex delegato al Patrimonio, che a dicembre dopo aver comunicato l’uscita da Viterbo 2020 e la ricostituzione di Viterbo Cambia (lista con cui è stato eletto) ha abbandonato gli scranni di maggioranza per sedere con l’opposizione. Ciorba comunica che non è accolta la richiesta di formare il gruppo Viterbo Cambia, essendo composto da un solo esponente. Bruzziches si limita a prendere atto, avendone avuto notizia solo in mattinata e si riserva di trarre le conseguenze.

A tanta compostezza fanno da contraltare gli interventi di diversi consiglieri di minoranza che, in punta di regolamento, esprimono varie interpretazioni in merito e ritengono debba essere il consiglio comunale a esprimersi.

La palla passa quindi nel campo della segretaria generale Annalisa Puopolo.

«A dicembre - spiega - Bruzziches non ha comunicato ma ha chiesto la ricostituzione del gruppo Viterbo Cambia. Il requisito minimo previsto dal regolamento con prerogative riconosciute è che il gruppo deve essere formato da almeno due persone. Quindi la fattispecie non è procedibile, non è conforme al regolamento perché il gruppo non si è mai costituito».

All’epoca dell’insediamento del governo Frontini diversi consiglieri, eletti nelle liste di appoggio, aderirono al gruppo del Patto civico, di Viterbo 2020.

Prendendo spunto dalla “diffusione a puntate” su una nota testata web delle esternazioni della prima cittadina durante “una riunione privata” - il riferimento è all’incontro del 23 novembre che la sindaca, in qualità di leader di Viterbo 2020 ha tenuto con consiglieri e attivisti del movimento - il consigliere Gioiosi, delegato al Contenzioso, ha chiesto a Frontini di riferire ciò che è stato detto in tale occasione soprattutto sullo stadio Rocchi e di garantire sulla legittimità dell’intera procedura.

Un assist prezioso che ha permesso all’inquilina di Palazzo dei Priori di «chiarire e contestualizzare una vicenda che ha del grottesco». «Bullismo mediatico per picconare dall’esterno il governo cittadino» così la sindaca bolla la “saga” delle registrazioni riportate dalla testata online.

Sottolineando che «il contesto non era né politico, né amministrativo, né istituzionale ma era una situazione in cui mi trovavo come leader del movimento. In quello specifico contesto mi sono lasciata andare, anche con registri linguistici non adeguati, e mi duole abbia provocato imbarazzo ai miei collaboratori».

Scusandosi quindi per le sue «esternazioni emotive» ha garantito che «i procedimenti, sia nella prima fase con la Viterbese che nella seconda fase, sono stati svolti in modo corretto secondo i principi di trasparenza e di pari trattamento» chiosando che «gli atti sono a disposizione, possono essere visionati da tutti».

La partita sullo stadio Rocchi si “giocherà” in maniera più approfondita domani pomeriggio nell’assise straordinaria aperta convocata su richiesta dei consiglieri di opposizione Achilli, Allegrini e Sberna (FdI), Andrea Micci e Ubertini (Lega), Ciambella (Per il Bene Comune), Elpidio Micci e Amodio (gruppo misto), Bruzziches (Viterbo Cambia), Ricci, Delle Monache, Sanna e Troncarelli (Pd) e della consigliera di maggioranza Chiatti.